Caso Open, l’arringa di Renzi al Senato contro i pm di Firenze: «Non hanno rispettato le regole: nessuno può violentare la vita delle persone» – Il video

Oggi il Senato dovrà esprimersi sul conflitto di attribuzione contro i magistrati di Firenze sul caso della Fondazione Open che vede coinvolto il leader di Italia Viva

«Questo è un conflitto di attribuzione che non cambia niente nel processo che mi riguarda. Io non fuggo dalle aule di tribunale. Siamo qui perché su questo tema si gioca una battaglia di civiltà politica. Oggi parliamo di noi, voi, non di me, parliamo del Parlamento», così Matteo Renzi, senatore di Italia Viva, nel suo discorso prima del voto di Palazzo Madama, chiamata a esprimersi sul conflitto di attribuzione contro i magistrati di Firenze sul caso della Fondazione Open, che lo vede coinvolto in prima persona, essendo indagato per finanziamento illecito. «Non è un attacco della politica alla magistratura, tutti i denari sono bonificati, trasparenti. Queste carte sono state illegittimamente acquisite dalla procura di Firenze, lo dice la Corte di Cassazione con cinque sentenze. Che i pm non abbiano rispettato le regole è un fatto pacifico».


Ai pm di Firenze viene contestato l’inserimento del fascicolo dell’inchiesta sulla fondazione Open di alcuni messaggi privati, chat e mail, risalenti al periodo in cui Renzi era senatore, senza averne fatto richiesta formale d’autorizzazione al Senato. Ora sarà il Senato a doversi esprimere: si teme che il M5s possa votare diversamente dal Pd. I dem sono a favore del conflitto di attribuzione, il M5s no. Calenda e il centrodestra dovrebbe appoggiare l’ex premier. Renzi, nel corso del suo discorso, tra l’altro, ha parlato di «pm d’assalto che si sostituiscono al potere politico», di sequestro «violento e invasivo»: «La mia vita è stata messa in pasto a una clamorosa campagna non solo di stampa. Vi auguro che quello che è successo a me non accada a voi. Non è consentito a nessuno violentare la vita delle persone pensando che questo sia giusto». Poi ha attaccato la stampa parlando di pool di giornalisti che sarebbero diventati «gazzette delle Procura»: «Le veline della Procura valgono più delle sentenze della Cassazione – ha tuonato – Non è pensabile pubblicare in prima pagina notizie prive di rilievo penale».


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