Stupro di Ravenna, parla la ragazza: «I miei violentatori sono stati assolti, ma li denuncerei ancora»

Attende le motivazioni della sentenza e si dice scossa. «Una cosa mi è chiara: in casi simili al mio la donna, in quanto tale, non viene quasi mai creduta»

«Non ho un progetto concreto, vorrei solo essere felice durante questo viaggio che chiamiamo vita». Adele è giovane. E ha ancora fiducia nella giustizia. Nonostante la giustizia abbia assolto l’uomo di 30 anni con cui nel 2017 ha avuto un rapporto sessuale non consenziente alla fine di una nottata alcolica di cui non ricorda nulla. Il Tribunale di Ravenna ha deciso infatti che «il fatto non costituisce reato», assolto l’uomo dall’accusa di stupro e assolto anche l’altro imputato che ha filmato col telefonino la scena. «Nonostante i giudici non mi abbiano creduto, ho ancora fiducia nella giustizia», dice oggi in un’intervista a Repubblica la ragazza, che ha ora 22 anni. È scossa, certo. «È solo una sconfitta. La pm Angela Scorza che ha seguito il mio caso continua a credere in me e questo mi solleva. Spero davvero che faccia appello, perché occorre continuare a lottare per ottenere quella che per me è giustizia».


Adele aspetta le motivazioni della sentenza. «Una cosa però mi è chiara: in casi simili al mio la donna, in quanto tale, non viene quasi mai creduta», dice. La ragazza è arrabbiata e «profondamente delusa», ma assicura che rifarebbe tutto. «Ci vuole tanto coraggio per denunciare. Denunciare è importante, lo dico a tutte le donne che hanno la sfortuna di vivere situazioni simili alla mia. Rappresenta l’inizio del processo di consapevolezza e di liberazione dal senso di colpa». Il suo ex fidanzato ha raccontato a Repubblica di aver ricevuto pressioni dagli imputati e loro famigliari dopo la denuncia. «Hanno provato ad avvicinarmi in giro per Ravenna, una persona mi ha citofonato a casa e hanno cercato di contattarmi tramite i social media, ma non è un argomento di cui voglio parlare, è ancora troppo doloroso», racconta Adele.


Ancora l’ex fidanzato si dice certo, per quella notte, che la ragazza sia stata drogata a sua insaputa. «È possibile, non mi spiego altrimenti un blackout di tante ore». Adele si dice oggi commossa dele manifestazioni e del sostegno al suo caso. «Mi sono sentita finalmente compresa, meno sola. La frustrazione per il senso di ingiustizia se condiviso diventa più leggero. Questo mi permette di credere ancora che qualcosa nella società, con il contributo di tutti, possa cambiare. Il mio contributo è stato denunciare».

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