Coronavirus, il report esteso dell’Iss: «Meno casi e ricoveri ma il numero dei morti è ancora in aumento»

L’istituto chiarisce che la mortalità nei soggetti non vaccinati è 17 volte superiore rispetto a coloro che hanno il booster

Continua a migliorare il quadro epidemiologico in tutta Italia ma c’è un dato che resta alto e continua a confermarsi in aumento. Se nelle ultime settimane è stato registrato un calo del numero dei casi segnalati, delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva, il numero dei decessi risulta invece essere ancora in aumento. A delineare con precisione la situazione attuale, nella fase discendente di questa quarta ondata Covid, è il consueto report esteso dell’Istituto superiore di Sanità che mette insieme le informazioni del monitoraggio del venerdì e le curve dei grafici. Se si prende in analisi il periodo che va dal 7 al 20 febbraio, sono state confermate 771.327 nuove infezioni e 715 vittime legate al Covid.


In calo l’incidenza

Migliorano tutti gli altri parametri. A cominciare dall’incidenza settimanale che passa da 704 casi per 100.000 abitanti (per il periodo che va dal 7 al 13 febbraio) a 560 per 100.000 abitanti (dal 14 al 20 febbraio), per arrivare a 552 casi ogni 100.000 abitanti di quest’ultima rilevazione. Il più alto tasso di incidenza a 14 giorni si registra nella fascia 0-9 anni (2.551 positivi per 100.000 abitanti). Per quanto riguarda invece la fascia di età 70-79 anni si registra il più basso tasso di incidenza (628 infezioni per 100.000 abitanti). Allo stesso tempo l’incidenza è in diminuzione in tutte le altre fasce di età. L’età mediana è al momento pari a 37 anni. Da segnalare inoltre che nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è in leggera diminuzione rispetto alla rilevazione precedente: si attesta al 3,1% contro il 3.2% della settimana prima. Il report esteso rileva anche che in sei mesi sono stati segnalati 232.818 casi di reinfezione, come mostra il grafico che segue.


Il tasso di mortalità che tarda a calare

Come anticipato in testa a questo articolo, il tasso di mortalità resta il dato più preoccupante al momento, quello che tarda a diminuire al contrario degli altri parametri gradualmente in calo costante. Dal report esteso si evince che i non vaccinati rischiano di morire 6 volte di più rispetto ai vaccinati con ciclo completo e 17 volte di più rispetto a coloro che si sono vaccinati con dose aggiuntiva o booster. Sono dati che coincidono in buona sostanza con quelli dei ricoveri in terapia intensiva: il rischio di finire in rianimazione è 6 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo e 17 volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto il booster.

I casi totali tra i più giovani

Il rapporto dedica poi un capitolo ai più giovani. E fa un punto sui casi Covid di bambini e ragazzi da quando è esplosa due anni fa l’emergenza sanitaria. Sono 2.805.320 i contagi complessivamente riportati nella popolazione da 0 a 19 anni. Di questi: 14.544 ospedalizzati, 339 ricoverati in terapia intensiva e 48 deceduti. Nelle ultime quattro settimane è rimasta stabile al 31% la percentuale dei casi confermati nella popolazione in età scolare. Nell’ultima rilevazione il 20% dei contagi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 44% nella fascia d’età 5-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni. Anche in questa fascia di età, come nelle altre, è comunque attualmente in calo sia il tasso di incidenza che quello di ospedalizzazione. Va però precisato che sono dati ancora da consolidare.

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