Guerra in Ucraina, Anonymous buca il database del ministero della Difesa russo. Che però nega tutto

«Hacker di tutto il mondo unitevi». Il collettivo Anonymous dichiara cyber guerra alla Russia. Ma il ministero della Difesa smentisce che siano stati rubati dati privati del personale dell’ente governativo. Intanto il Computer emergency response team dell’Ucraina fa sapere che anche il Cremlino ha aperto un cyber front

Sono da poco passate le 20 di venerdì sera quando l’account Twitter di Anonymous tv annuncia che il collettivo di attivisti è riuscito a violare il database del ministero della Difesa russo. La guerra, come accade da una decina di anni a questa parte, si combatte anche a colpi di dati e informazioni trafugate. Una cyber warfare che corre parallela ai carrarmati e ai missili. A testimonianza delle parole pubblicate nel tweet, le immagini che mostrano l’elenco dei dati che Anonymous sarebbe riuscito a raggiungere e un link con l’invito al download. Il post sarà poi rimosso per aver violato la policy di Twitter, ma non prima di essere stato visto e apprezzato da decine di migliaia di account. Molti di questi tentano di capire come quelle informazioni personali, numeri di telefono, e-mail e password presumibilmente appartenenti ai funzionari della Difesa possano essere usati per danneggiare il regime di Vladimir Putin. Poco più tardi arriva l’appello del collettivo: «Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia in nome di Anonymous, fatele sapere che non perdoniamo, non dimentichiamo. Anonymous possiede fascisti, sempre».


Nelle prime ore della notte, il ministero della Difesa russo si affretta a negare tutto l’accaduto e, in un comunicato, chiarisce che la violazione di dati privati di cui parla Anonymous è un «ridicolo falso». «Tutti i mezzi hardware e software del portale Internet del ministero della Difesa russo funzionano come al solito con i parametri che sono stati assegnati». Poi però riconosce che un database potrebbe essere stato bucato ma – precisa – non si riferisce ai dati privati del personale del ministero, quanto piuttosto a informazioni di personale esterno, che farebbe capo a ditte private. Stando alla posizione del ministero, altre informazioni non potrebbero essere state rubate perché «i server del sito web non memorizzano dati personali di militari e altri dipendenti del ministero della Difesa. È semplicemente proibito dalla legge russa, cosa che gli ucraini non conoscono».


E mentre i due attori in gioco si colpiscono e smontano a vicenda, succede che arriva una notizia significativa sotto il profilo del conflitto cibernetico. Il Computer emergency response team dell’Ucraina fa sapere che anche la Russia ha aperto un cyber front. Questo perché, a suo dire, hacker russi hanno provato – attraverso un furto di password – a entrare negli account di posta elettronica dei soldati ucraini così da poter inviare messaggi dannosi ai contatti presenti nelle rubriche. Secondo informazioni di Reuters, il gruppo di cyber criminali Conti, con sede in Russia, ieri ha promesso di attaccare tutti i nemici del Cremlino, o comunque chiunque risponda all’invasione russa dell’Ucraina. E in un post sul suo blog, Conti ha dichiarato di annunciare il suo «pieno sostegno» al governo del presidente Putin. «Se qualcuno deciderà di organizzare un attacco informatico o qualsiasi attività bellica contro la Russia – si legge nel post – useremo tutte le nostre risorse possibili per contrattaccare le infrastrutture critiche di un nemico».

Immagine in evidenza: Ansa | Il presidente russo Vladimir Putin presiede un incontro con i membri del Consiglio di sicurezza del Cremlino a Mosca

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