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Salvini pronto a partire per l’Ucraina: «A Leopoli con Orban in missione di pace» – Il video

02 Marzo 2022 - 12:43 Redazione
Il leader della Lega immagina un «grande movimento di pace» che porti operatori umanitari in Ucraina, con il coinvolgimento anche di Polonia e Ungheria

Potrebbe partire per l’Ucraina nelle prossime ore Matteo Salvini, che oggi 2 marzo ha annunciato l’intenzione di organizzare un: «grande movimento per la pace che si frapponga alla guerra» provando a coinvolgere anche i premier polacco, Mateusz Morawiecki, e l’ungherese Viktor Orban . Il leader della Lega ha detto di valutare: «la possibilità tecnico-logistica di essere in presenza», perché al di là delle manifestazioni: un conto è invocare la pace, un conto è esserci in presenza», probabilmente a Leopoli dove si è trasferita l’ambasciata italiana e sono operative alcune organizzazioni umanitarie come Sant’Egidio e Caritas: «Prima però sentirò l’ambasciata», ha chiarito più tardi Salvini. «Se ci fosse un’invasione pacifica in senso contrario e cioè se in entrata ci fossero non combattenti disarmati per la pace io sarei fra di loro, se siamo in 100 è un conto se fossimo 100mila un altro. Se fosse il santo padre a lanciare l’ iniziativa di pace nessuno potrebbe accusarlo di secondi fini o di essere amico di Putin».

Proprio l’amicizia con Putin è l’accusa che gli avversari politici oggi rilanciano anche contro Salvini, sostenitore negli ultimi anni del presidente russo a più riprese, e da cui il leader leghista prova a smarcarsi: «In questo momento assistiamo a qualcuno che invade a qualcuno che è invaso. Noi siamo a fianco degli aggrediti e degli invasi. Putin ha aggredito e Zelenskyj su sta difendendo. La nostra priorità e fermare le armi. Stop agli scontri con la diplomazia è chiaro che ad un popolo sotto assedio gli devi dare strumenti per difendersi ma è chiaro che gli italiani odiano la guerra. Io mi metto a disposizione per arrivare al cessate fuoco, sto incontrando tutti però se devi chiedere il cessate il fuoco va chiesto ai russi, va chiesto ai cinesi, alla Santa Sede che è terreno neutrale. Chiedere la mediazione delle diplomazie ecclesiastiche è fondamentale».

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