«Di immagini così ne ho viste parecchie negli ultimi mesi ma non credevo arrivassero a tanto». Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini commenta così l’ultimo attacco ricevuto dai No vax. Il cartello comparso all’ingresso del sacrario di Marzabotto, luogo che fece da triste scenario a uno degli eccidi nazisti più efferati del Paese, raffigura il volto di Stefano Bonaccini con una svastica in fronte e un fumetto accanto: «Sono un nazista e voglio imporre la dittatura nazi-sanitaria». A denunciare l’accaduto è stato lo stesso presidente di regione su Instagram: «In questi mesi di queste immagini purtroppo ne hanno già affisse parecchie in diverse località ma che lo facessero mentre è in corso una guerra che ci lascia attoniti non me lo aspettavo», ha confessato. «Non per me, ma per il luogo scelto. Si tratta dell’eccidio nazista più efferato che il nostro territorio abbia subito: centinaia di civili assassinati, tra i quali tanti bambini. Io in quel luogo ci vado ogni anno, ininterrottamente da quando avevo 18 anni. Per commemorare quelle vittime trucidate e non dimenticare mai fin dove possa arrivare l’odio umano».

«Non si fermano neanche davanti alla guerra»
Nello sfogo social il presidente ha poi continuato a parlare degli autori del gesto: «Non hanno la benché minima vergogna a paragonare la campagna vaccinale ad una strage di tali proporzioni (e che mi auguro vengano individuati il prima possibile). A loro andrebbe inflitto l’obbligo di sostare per giorni di fronte all’infinito elenco di nomi, cognomi e volti raffiguranti le vittime inermi della bestialità nazista». A commentare il cartello No vax anche il segretario del Pd Emilia-Romagna Luigi Tosiani: «Si è superato il limite: all’insulto, alla minaccia, all’intimidazione, si aggiunge oggi l’offesa a un luogo simbolo di una delle pagine più tragiche della nostra storia», ha detto ribadendo la solidarietà a Stefano Bonaccini e augurandosi «che gli autori di questo gesto, che evidentemente non fermano le loro vergognose azioni neanche di fronte alla guerra, vengano al più presto individuati».
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