Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini oggi parla con Repubblica e La Stampa della guerra in Ucraina, dell’invasione russa e delle spese militari italiane. «Ormai è chiaro che gli obiettivi che Putin si era prefissato non sono stati raggiunti, c’è stata una lentezza non prevista nelle operazioni, una difficoltà nel garantire i rifornimenti alle truppe russe. E poi è stata sottovalutata la capacità di resistenza delle forze armate e della popolazione ucraina, davvero eroica. Ci stanno sorprendendo con la loro volontà di lottare, di fronte alla situazione drammatica che stanno affrontando», esordisce Guerini. Sostenendo poi che lo scenario di una guerra della durata di dieci o vent’anni è possibile, anche se è presto per definire lo scenario: «Certamente se ci sarà una resistenza ucraina la comunità internazionale non potrà voltarsi dall’altra parte». Poi Guerini commenta la lettera di Lavrov sulle possibili conseguenze dopo l’invio di armi a Kiev: «La dichiarazione di Lavrov, e la modalità con cui è stata trasmessa al nostro Parlamento e agli altri Paesi europei, dà il senso dell’arroganza e della postura del regime russo». Infine, la questione delle spese militari: «È un tema che già ci siamo posti. Da quando sono ministro, cioè dal settembre 2019, il bilancio è cresciuto significativamente da 22,2 a 25,8 miliardi. E c’è stato un salto di qualità negli investimenti. Anche il contesto attuale ci impone di fare di più, non solo sul piano finanziario, ma anche sull’aggiornamento dello strumento militare». Avremo una difesa europea? «Come più volte detto, il nodo più che tecnico-militare è politico».
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