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La falsa storia dei camionisti bielorussi uccisi da 11 ucraini a Bologna

Il video che sta circolando vorrebbe denunciare il razzismo nei confronti di russi e bielorussi. Ma è una bufala

Negli ultimi giorni c’è una notizia che ha fatto molto scalpore sul web, soprattutto nel circuito dei canali russi: quella secondo cui un gruppo di ucraini avrebbe aggredito due camionisti bielorussi, accoltellando uno e picchiando l’altro, uccidendoli entrambi. Il fattaccio, secondo i post, sarebbe accaduto proprio in Italia, a Bologna, a testimonianza di un sentimento “anti-russo” che serpeggia con insistenza dopo l’invasione di Kiev da parte di Mosca. La violenza sarebbe stata scatenata dalla scoperta di una targa bielorussa sul camion delle vittime.

Per chi ha fretta:

  • Molti post sui social sostengono che due camionisti bielorussi sarebbero stati uccisi a Bologna da un gruppo di colleghi ucraini
  • La notizia è circolata molto sul web, denunciando un razzismo nei confronti di russi e bielorussi sempre più violento
  • In realtà il fatto non è mai accaduto: è stato smentito anche dal ministero degli Esteri bielorusso

Analisi

Ecco uno dei post Facebook che condivide il video con il seguente messaggio:

VITTIME DI GUERRA A BOLOGNA.
Questo uomo racconta che a Bologna un gruppo di 11 camionisti ucraini hanno attaccato i colleghi della Bielorussia. Il camion aveva una targa bielorussa e loro odiano adesso non solo tutti i russi, ma anche i bielorussi.
Un bielorusso (26 anni) è stato ucciso con una coltellata, il secondo (28 anni) – picchiato fino alla morte

A segnalare il video alla nostra redazione sono stati dei volontari per l’accoglienza dei cittadini ucraini a Trieste. Alcuni degli accolti avevano ricevuto da parte dei loro contatti articoli in lingua russa sulla presunta vicenda.

Nel video vediamo un gruppo di uomini scatenare una rissa in un parcheggio, circondati da camion. Dopo le immagini della zuffa, appare il videomessaggio di un presunto testimone che racconta i dettagli dell’aggressione. La clip è circolata sui canali Telegram di Mash e Soloviev, profili russi che contano rispettivamente 1,43 milioni e 582k iscritti. È stata ripresa in numerosi post su Facebook e Twitter, in inglese, spagnolo e italiano. Anche il canale Telegram russo Readovka (720k iscritti) ha contribuito a diffondere la notizia, come dimostra la presenza del loro logo sul video circolato nei social, ma ha successivamente eliminato il messaggio dalla chat del canale.

Il logo di Readovka sopra la clip ri-condivisa su Youtube

Ma qual è la verità? L’assenza della notizia sui giornali locali e nazionali è un primo campanello di allarme. Guardando inoltre da Google Maps le immagini delle stazioni di servizio intorno Bologna, è impossibile riscontrare uno spazio simile a quello ripreso nella clip. Ma a spazzare definitivamente ogni dubbio è l’intervento del portavoce del ministero degli Esteri bielorusso, Anatoly Glaz: «Questo post è falso. La polizia ha controllato: né a Bologna, né nell’intera regione, ci sono stati casi di morte di bielorussi ieri o oggi», ha dichiarato, poco dopo la diffusione della bufala, all’agenzia di stampa bielorussa BelTA. La smentita è stata ripresa anche da testate russe come Lenta e Sputnik.

La vera aggressione

Verso la fine di Febbraio un accoltellamento tra due camionisti in Autostrada è stato effettivamente registrato: ma non è avvenuto a Bologna, bensì nel Bresciano, e invece di autotrasportatori bielorussi ha visto protagonisti due ucraini. Il diverbio tra i due sarebbe stato scatenato dalle opposte posizioni politiche rispetto al conflitto in corso nel loro Paese. L’accoltellamento non è stato letale, ma l’aggressore è adesso accusato di tentato omicidio e porto illegale di coltello. Contattata la Polizia di Stato, il video non riguarda in alcun modo il caso dei due ucraini avvenuto nel bresciano.

Conclusioni:

La notizia secondo la quale undici camionisti ucraini avrebbero ucciso due colleghi bielorussi a Bologna è da ritenersi falsa. Le autorità bielorusse hanno apertamente smentito il messaggio che è circolato sui social.

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