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La ribellione della figlia di Peskov: «Perché mi tolgono i viaggi? Sono per la pace ovunque»

19 Marzo 2022 - 11:37 Redazione
La giovane manager è anche un'influencer di successo. Inizialmente aveva detto di essere contro la guerra, poi ha rimosso i post

Duecentocinquantamila follower su Instagram, 24 anni, a capo di una società di comunicazione e di una fondazione. Elizaveta Peskova, bionda e bella figlia di Dmitry Peskov (il potentissimo portavoce di Putin) ha una vita fuori dal comune e sui suoi social la sfoggia volentieri: abiti firmati, gallerie d’arte e viaggi in tutto il mondo. Abitudini che però ora, con le sanzioni che hanno colpito lei e la sua famiglia, rischiano di essere bruscamente interrotte.

Dmitry Peskov, infatti, principale portavoce della Federazione russa e uomo di Vladimir Putin è stato colpito da sanzioni economiche molto dure, negli Usa e non solo. Ma analoghi interventi, come riporta il monitor del sito investigativo Correctiv, hanno riguardato anche Elizaveta, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Negli Usa, in particolare, la giovane è accusata di aver usato i soldi del padre per gestire i suoi affari. Lei, come riporta Business Insider, respinge seccamente: «E’ totalmente ingiusto e infondato – ha detto – Sono rimasta davvero sorpresa perché è strano introdurre sanzioni su qualcuno che ha 24 anni e non ha nulla a che fare con la situazione».

Da manager, Elizaveta dice anche che i blocchi economici non avranno impatto sui suoi affari, quello che la preoccupa maggiormente è l’isolamento finanziario della Russia: «Non ci saranno più viaggi in luoghi come New York, dove ricordo di aver visitato Times Square con mio padre quando avevo nove anni. Sono arrabbiata perché mi piacerebbe viaggiare e amo culture diverse». Inzialmente, Peskova aveva criticato la guerra e inserito la scritta “peace” nei suoi post, poi ha cancellato tutto: «Non dovrei essere ritenuta responsabile dell’invasione. Penso che tutti siano rimasti sorpresi e non c’è niente di cui vergognarsi. Io sono per la pace, non solo in Ucraina ma in tutto il mondo».

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