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L’avvocato che si occupa dei volontari stranieri che combattono contro i russi in Ucraina: «Non siamo foreign fighters»

21 Marzo 2022 - 05:42 Redazione
Damien Magrou si è arruolato all'inizio della guerra. Tra i legionari anche italiani

Damien Magrou, caporale dell’esercito ucraino, nella vita di tutti i giorni fa l’avvocato ed è di nazionalità franco-norvegese. Il suo compito è occuparsi dei volontari stranieri che si sono arruolati per combattere la Russia. E oggi in un’intervista al Corriere della Sera parla della legione straniera di Kiev: «Vorrei chiarirlo. Non siamo foreign fighters. Quell’espressione richiama alla memoria Isis. La legione internazionale ucraina è parte dell’esercito ufficiale di Kiev. Non siamo una milizia. Siamo un reparto ufficiale, un’unità di combattimento. Su entrambi i fronti esistono gruppi che non sono integrati nei ranghi: non è il nostro caso». Magrou non conferma il numero di ventimila uomini arrivati dall’estero per combattere dato nei giorni scorsi dall’esercito ucraino. Ma qualcosa la dice lo stesso: «L’ultima volta che ho controllato due giorni fa avevamo 52 nazionalità, ne sono arrivati anche dalla Corea del Sud. I più numerosi sono i britannici e gli statunitensi. Ma arrivano anche dagli Stati baltici e dall’Europa del Nord: molti in proporzione, considerata la popolazione totale. E tanti dal Canada».

Ma anche dall’Italia: «Abbiamo alcuni italiani. Non ho in mente l’intero elenco. Ma non stiamo parlando di uno dei gruppi più grandi. Il più numeroso dall’Europa, dopo i britannici, è composto dai francesi, dai tedeschi e dai portoghesi». E infine spiega i compiti dei legionari: «Parto da me. Non ho esperienze né in campo umanitario né militare, ma sono entrato nella legione in una fase iniziale. Ora cerchiamo solo profili che abbiano già un addestramento militare, che siano stati sul campo di battaglia, che abbiano già servito in zone di guerra: vengono assegnati al fronte, integrati con i comandi locali e impiegati a seconda delle necessità. Non ci serve chi non ha esperienza: non facciamo molto addestramento. Poi ci sono profili come il mio, che agiscono dietro le quinte per supportare».

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