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Manuel Valls: «Per Ue e Nato è l’ora delle decisioni difficili. Prepariamo le nostre opinioni pubbliche»

24 Marzo 2022 - 06:39 Redazione
manuel valls
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L'ex premier francese: «Se non interveniamo rischiamo una disfatta morale terribile»

«Il punto ormai è questo: la situazione attuale, dopo un mese di guerra, è tollerabile a medio-lungo termine, da un punto di vista morale e anche strategico? Credo che i responsabili Ue, Nato e G7 in questi giorni si stiano chiedendo proprio questo». L’ex premier francese Manuel Valls in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera pone un dilemma fondamentale all’Unione Europea e alla Nato. Ovvero se non sia il momento di prendere una decisione «difficile». Quale? Nel colloquio con Stefano Montefiori, Valls dice che «dobbiamo prepararci a tutte le eventualità. Potremmo accettare la distruzione totale dell’Ucraina? Di Mariupol, di Odessa, di Kiev? Potremmo accettare l’uso di armi chimiche, dopo che la Russia ha già usato i missili ipersonici?».

«Una disfatta morale terribile»

Finora l’Occidente non è intervenuto direttamente per non scatenare una guerra atomica. Ma secondo Valls «è giusto dare tutte le possibilità ai negoziati, fino all’ultimo, nella speranza che i massacri si fermino. Ma se questo non succede? Che cosa facciamo se la distruzione prosegue? Il rischio è che la nostra disfatta morale sia terribile». E arriverà il momento in cui saremo costretti a rispondere alla domanda di fondo: «Nel 2013 avevamo posto a Bashar la linea rossa dell’uso delle armi chimiche in Siria. Biden era allora il vice di Obama. Bashar usò comunque le armi chimiche sulla sua popolazione e i nostri Rafael decollarono per dare la risposta annunciata. Fu Obama a tirarsi indietro, noi fummo costretti a richiamare i caccia e a farli tornare alle basi. Quel segnale di debolezza dell’America venne immediatamente sfruttato da Vladimir Putin in Siria e qualche mese dopo in Crimea. Putin sapeva di avere mano libera, sapeva che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti». Ma ora «non possiamo tirarci indietro di fronte a una battaglia che è di civiltà, e non da oggi ma almeno dal discorso alla conferenza di Monaco del 2007, quando Putin espose la sua teoria sulle democrazie occidentali deboli e dominate dall’ideologia Lgbt. I suoi discorsi sono pieni di violenza e, ormai lo sappiamo, vanno presi alla lettera. Dobbiamo preparare le nostre opinioni pubbliche».

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