Zelensky torna sul ruolo dell’Italia: «È d’accordo a diventare uno dei garanti della sicurezza» – Il video

Il presidente ucraino in un video diffuso su Facebook ha ricordato che l’Italia si è mostrata disponibile per diventare uno dei garanti della sicurezza ucraina nei negoziati di pace

In un video pubblicato su Facebook, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a parlare del ruolo che potrebbe avere l’Italia nei negoziati di pace con la Russia: «L’Italia è d’accordo a diventare uno dei garanti della sicurezza del nuovo sistema di garanzia dell’Ucraina che stiamo elaborando, continuerò questa attività domani, parlerò con altri leader del mondo, lavorerà con organizzazioni internazionali, con le Nazioni dell’Europa e del mondo». Essere uno dei garanti della sicurezza, almeno secondo l’idea di Kiev, prevede un intervento diretto in caso di nuova aggressione dell’Ucraina. Nella giornata di ieri, 28 marzo, Zelensky aveva ribadito la disponibilità dell’Italia dopo un colloquio con il primo ministro Mario Draghi.


Nel suo discorso il presidente ucraino è tornato anche sulle sanzioni, accusando l’Occidente di aver scelto misure troppo deboli: «Gli ucraini pagano con la vita le sanzioni deboli. Non ci dovrebbero essere pacchetti di sanzioni ‘sospese’, ossia se le truppe russe fanno qualcosa, allora ci sarà qualche risposta, ci sono ora molti accenni e avvertimenti che le sanzioni saranno inasprite, come con un embargo sulle forniture di petrolio russo in Europa, se la Russia usa armi chimiche. Semplicemente non ci sono parole».


Zelensky ha aggiornato il bilancio delle vittime, dicendo che il numero di bambini uccisi è arrivato a 143: «A oggi sappiamo che sono stati uccisi 143 bambini. Mariupol è ancora bloccata, la Russia non ha permesso l’organizzazione di nessun corridoio umanitario, non hanno permesso il “silenzio”. Per questo la situazione deve essere percepita in un modo bilanciato e saggio. Dobbiamo ancora combattere, dobbiamo ancora essere pazienti, non possiamo lasciarci prendere dalle emozioni, non possiamo avere aspettative troppo alte».

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