Oggi, giovedì 31 marzo, il leader Vladimir Putin ha firmato un decreto presidenziale che prevede la sospensione dei contratti attivi per il commercio di gas naturale russo ai cosiddetti «Paesi ostili» che non pagheranno le forniture in rubli. La risposta del Ministro italiano per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, non si è fatta attendere: «Al momento le riserve italiane di gas consentono comunque di mandare avanti le attività del Paese», ha affermato, «anche in caso di brusche ed improbabili interruzioni delle forniture russe». Davanti alla minaccia di sospensione delle forniture ai Paesi Europei che non saranno disposti ad abbandonare l’euro per le transazioni con Mosca, Cingolani ribatte: «Il Governo italiano è in contatto costante con i partner europei al fine di dare una risposta univoca e ferma alla Russia da parte di tutti gli stati membri».
Annuncia anche che «Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sentirà in serata il cancelliere tedesco Scholz, e sono in corso colloqui bilaterali tra i ministri dell’energia». A inizio marzo, Cingolani aveva annunciato di star lavorando per rendere l’Italia indipendente dal gas russo nel giro di 24-30 mesi. «Noi dalla Russia importiamo ogni anno all’incirca 29 miliardi di metri cubi di gas, che sono approssimativamente poco più del 40% del gas che importiamo. Questi vanno sostituiti e al momento abbiamo fatto un’operazione estremamente rapida ed entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo», aveva spiegato il Ministro.
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