Olaf Scholz

Olaf Scholz EPA/RONALD WITTEK | Un poster elettorale della SPD che ritrae il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Berlino, Germania, 16 settembre 2021

Chi è Olaf Scholz?

Olaf Scholz è nato a Osnabrück (Bassa Sassonia) nel 1958 e si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Amburgo nel 1985. È stato eletto per la prima volta al Bundestag nel 1998. Dal 2002 al 2004 Scholz ha ricoperto la carica di Segretario generale dell’Spd (a cui si è iscritto nel 1975), durante l’ultimo periodo del governo Schröder. Dal 2007 al 2009, è stato ministro del Lavoro per il primo governo Merkel. Per anni il suo soprannome è stato “Scholzomat“, un gioco di parole con “automat“, scelto per indicare il suo approccio tecnico alla politica. Negli ultimi due decenni il suo posizionamento si è spostato sempre più al centro e ora all’interno del suo partito è visto come un esponente dell’ala conservatrice. Una posizione maturata durante il periodo in cui è stato sindaco di Amburgo, tra il 2011 e il 2018, e consolidata negli anni di coalizione con la Cdu di Angela Merkel.

Il ruolo da ministro delle finanze durante la pandemia

PA/Omer Messinger | Scholz e Merkel, Berlino Germania, 1 settembre 2021.

In quanto ministro delle Finanze, Olaf Scholz ha potuto guadagnare un palcoscenico importante durante il periodo più duro della pandemia: è lui a essere stato incaricato di gestire ed elargire gli aiuti economici per i cittadini in difficoltà economiche durante la crisi. Non a caso il nome di Scholz per la corsa alle elezioni del settembre 2021 è stato annunciato ad agosto 2020: la sua gestione pragmatica della crisi da Coronavirus («bisogna lavorare, non indulgere in vanità») gli è valsa un picco negli indici di gradimento. In più, la Germania di Scholz-Merkel è stata la principale autrice, insieme alla Francia, del fondo di aiuti europeo per la ripresa dalla pandemia, dal valore di 750 miliardi di euro.

Gli scandali giudiziari

EPA/CLEMENS BILAN | Olaf Scholz, Berlino, Germania, 12 settembre 2021.

Tra gli elementi più rilevanti della personalità pubblica di Olaf Scholz c’è il suo coinvolgimento in alcune importanti inchieste della magistratura tutt’ora in corso. Le indagini in cui è coinvolto il ministro sono talmente grandi che alcuni dei più famosi giornali internazionali, tra cui Politico, si chiedono come mai agli elettori non interessi che «le impronte digitali del ministro delle finanze siano su alcuni dei più grandi scandali della Storia tedesca recente». Nella settimana appena precedente alle elezioni, Scholz è stato convocato davanti a una Commissione parlamentare per rispondere all’accusa di aver ostacolato alcune operazioni di giustizia. Secondo i magistrati, un ufficio del suo Ministero – la “Financial Intelligence Unit” (Fiu) – non avrebbe girato alla polizia e alle procure alcune informazioni su possibili operazioni di riciclaggio.

Diverse segnalazioni di transizioni illecite sono state segnalate dalle banche alla Fiu tra il 2018 e il 2020, ma l’ufficio non avrebbe fatto partire le procedure di controllo necessarie, né avrebbe trasmesso le informazioni ai magistrati. A lanciare l’allarme erano stati, tra gli altri, il Financial Times e lo Spiegel. Perché questo dovrebbe essere un problema di Scholz? Perché da quando la Fiu è stata messa sotto il controllo del suo Ministero nel 2017 (prima era controllata dalla Procura generale) le segnalazioni sugli abusi sono diminuite drasticamente.

Testo di Giada Ferraglioni

Immagine di copertina: EPA/FILIP SINGER

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