Putin firma il decreto, il gas dovrà essere pagato in rubli: «Altrimenti interromperemo le forniture»

Gli acquirenti dei «Paesi ostili» dovranno aprire conti speciali nella Gazprombank per il cambio di valuta. I Paesi europei insistono: «Pagheremo in euro»

Il presidente Vladimir Putin ha firmato il decreto presidenziale sulle regole del commercio di gas naturale russo con i cosiddetti «Paesi ostili» per il pagamento in rubli. Nonostante le rassicurazioni date all’Ue nelle scorse ore, la Russia sospenderà i contratti attivi qualora gli acquirenti non pagheranno in rubli. Per farlo, dovranno aprire conti speciali nella Gazprombank, la banca controllata dallo stato, per il cambio di valuta estera. Italia e Germania avevano affermato di aver ricevuto garanzie da Putin sugli acquisti europei in euro. A dare notizia del passo indietro è stato lo stesso leader russo, spiegando che le nuove regole entreranno in vigore da domani, primo aprile. Secondo quanto riporta la Tass, Putin ha sottolineato che il pagamento del gas in rubli «è un passo verso la sovranità finanziaria della Russia». «Se non vengono effettuati in questo modo – ha detto – lo considereremo come un inadempimento degli impegni, con tutte le implicazioni che ne derivano».


Secondo una fonte russa citata dalla Ria Novosti, la data del primo aprile non significherà che da domani qualcuno dei clienti di Gazprom possa rimanere senza gas: l’azienda, si precisa, dovrebbe ricevere i primi pagamenti in rubli tra la seconda metà di aprile e maggio. Dopo la diffusione della notizia, il prezzo del gas in Europa è balzato. Ad Amsterdam le quotazioni sono salite a 127 euro al Mwh, per poi ripiegare a 123 euro con un rialzo dell’1,5%. A Londra, il prezzo sale a 302 penny al Mmbtu, in rialzo del 5,6%.


Il decreto

Il decreto «Procedura speciale per l’adempimento da parte degli acquirenti stranieri rispetto agli obblighi nei confronti dei fornitori russi di gas naturale» stabilisce che, a partire dal 1 aprile 2022:

  • «il pagamento per la fornitura di gas naturale allo stato gassoso (di seguito denominato gas naturale) da residenti che svolgono attività economica estera […] è espresso in rubli se la fornitura di gas naturale è effettuata a Stati esteri che commettono azioni ostili nei confronti della Federazione Russa, di persone giuridiche e persone fisiche russe»;
  • «l’ulteriore fornitura di gas naturale da parte di un fornitore russo a soggetti stranieri […] è vietata se, il scaduto il termine per il pagamento del gas fornito ai sensi del presente contratto, il pagamento da parte di un acquirente estero non è stato effettuato o è effettuato in valuta estera, e (o) non per intero, e (o) su un conto presso una banca non autorizzata e tale consegna viene effettuata a stati stranieri che commettono azioni ostili nei confronti della Federazione Russa, persone giuridiche russe e individui»;
  • «La società per azioni “Gazprombank“, che ai fini del presente decreto è una banca autorizzata, apre, sulla base delle richieste di acquirenti esteri, conti speciali in rubli di tipo “K” e conti in valuta speciale di tipo “K” per i pagamenti del gas naturale fornito».

Le possibili deroghe

Il decreto prevede anche delle possibili deroghe, ma il Cremlino non ne spiega i criteri. Come riporta la Tass, i casi in cui sarà autorizzato il pagamento non in rubli saranno individuati dalla commissione governativa che vigila sugli investimenti stranieri. La procedura di autorizzazione di tali permessi sarò approvata entro dieci giorni. Si legge nel decreto:

  • «si concede alla Commissione governativa per il controllo degli investimenti esteri nella Federazione Russa l’autorità di rilasciare autorizzazioni per l’adempimento da parte di acquirenti esteri degli obblighi nei confronti dei fornitori russi di pagare le forniture di gas naturale senza rispettare la procedura prevista dal presente decreto»;
  • «Il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale della Federazione Russa, entro 10 giorni, assume le decisioni necessarie».

Le reazioni occidentali

Fonte: Ispi, Eurostat | Mappa delle forniture europee di gas

Alla notizia, Francia e Germania si sono dette pronte a tagliare le forniture russe qualora Mosca decidesse di chiudere i rifornimenti. «Potrebbe esserci – ha detto il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire – una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che, insieme a Mario Draghi, aveva sentito Putin nelle scorse ore, resta fermo sulla necessità di continuare a pagare in euro: «Abbiamo guardato i contratti, c’è scritto che si paga in euro. E ho chiarito nella telefonata che rimarrà così. Le imprese potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro». Dopo un colloquio con il francese La Maire, il vicecancelliere tedesco Robert Habeck ha annunciato che ci saranno nuove sanzioni alla Russia. In una nota di Palazzo Chigi, si legge che «non c’è ancora un’interpretazione finale del provvedimento annunciato da Putin. La Commissione europea – scrivono – sta studiando i vari aspetti interpretativi».

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