Il consigliere di Zelensky: «Vi spiego quale ruolo avrà l’Italia garante della pace tra Russia e Ucraina»

Serhiy Leshchenko: «Se voi ci garantite e poi la Russia attacca, significa che anche voi italiani, assieme agli altri garanti, sarete in guerra contro la Russia? Si stanno discutendo i protocolli segreti per mettere a punto la questione»

Serhiy Leshchenko è consigliere senior del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. E in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera spiega quale sarà il ruolo dell’Italia come garante di Kiev nei negoziati con la Russia di Vladimir Putin. «Si lavora a un testo scritto», spiega il consigliere. «Noi ci concentriamo sulla sicurezza dell’Ucraina, contro ogni possibile attacco nel futuro, non solo contro aggressioni militari, ma anche contro la guerra ibrida e quella cibernetica. Per questo è fondamentale il ruolo dei Paesi garanti», aggiunge. E questo perché «noi chiediamo che, se non possiamo essere membri Nato, allora ci vengano date garanzie di sicurezza solide».


Qui entra in gioco l’Italia, quindi: secondo Leshchenko gli ucraini possono fidarsi di Putin «solo se garantiti da voi. Questo è davvero il punto cruciale del momento. Se voi ci garantite e poi la Russia attacca, significa che anche voi italiani, assieme agli altri garanti, sarete in guerra contro la Russia? Si stanno discutendo i protocolli segreti per mettere a punto la questione. Non ne voglio parlare oggi, sono temi troppo delicati. Le garanzie militari e politiche possono applicarsi in molti modi e ne stiamo parlando direttamente con Roma e con gli altri possibili garanti. Noi vogliamo essere nella posizione migliore per difenderci».


Infine, la questione dell’integrità territoriale dell’Ucraina: «Noi continuiamo a porre come precondizione che la Russia si ritiri sulle linee del 23 febbraio. Su questo punto siamo molto chiari, una volta rispettato possiamo poi lavorare per trovare una soluzione costruttiva riguardo a Crimea e Donbass. Mi sembra che la proposta di congelare per 15 anni lo status quo ante 24 febbraio sia intelligente e ci dia spazio sufficiente per ragionare con la diplomazia».

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