La preside del liceo Montale di Roma, accusata di aver avuto una relazione con un suo alunno maggiorenne (sui giornali sono stati pubblicati dettagli di ogni tipo, chat comprese), «è sconvolta», chiede «rispetto» e che «questa vicenda abbia fine»: «Sta vivendo un momento di profondo sconvolgimento personale, un trattamento che nemmeno i mafiosi hanno ricevuto da parte della stampa. Non ci sarà un modo per risarcire un danno di questo tipo. Finora ha ricevuto solo attacchi ingiustificati». A parlare a Open è Alessandro Tomassetti, avvocato della professoressa. La preside, nonostante tutto, anche oggi 1 aprile è regolarmente al lavoro. Quello che insospettisce il legale è il fatto che di Sabrina Quaresima, si sappia praticamente tutto, foto comprese. Del ragazzo, che ha 19 anni e che dunque non è minorenne, no. «Come mai? Chi trae vantaggio da questa vicenda? Le cose non accadono mai per caso. Questo è sconvolgente. Dietro c’è sempre un motivo. Forse è risultata scomoda a qualcuno? Forse qualcuno gliel’ha fatta pagare?», si domanda. E cita un episodio: l’occupazione della scuola nel mese di dicembre. «Lei denunciò la commissione di reati all’autorità pubblica. Già in quel momento aveva assunto una posizione di tutela vera dell’istituzione, di correttezza del lavoro. Si è esposta e questo non l’ha resa popolare».
«Una caccia alle streghe come nel più buio Medioevo»
Sabrina Quaresima, che prima aveva lavorato in un’altra scuola, viene definita da alcuni ex allievi, in una lettera inviata a Open, come una «donna di estremo valore ma anche una persona scomoda». «La vita della mia assistita è stata sconvolta e stupisce il modo in cui oggi viene rappresentata dai nostri media. Una visione della donna becera, inaccettabile. Ognuno di noi potrebbe essere messo in questa gogna. Di fatto si sta sfruttando la pelle delle persone facendo crescere un interesse morboso intorno alla vicenda e centellinando pure le informazioni». Ma cosa rischia la preside? Qualora avesse davvero avuto una relazione con l’alunno (circostanze che lei smentisce), non avrebbe commesso alcun reato. Le conseguenze sarebbero semmai sul piano disciplinare, dunque professionale. Ma sarà l’ufficio scolastico regionale, che sta già valutando il caso, a decidere se e cosa fare, la peggiore delle ipotesi sarebbe il licenziamento. «In alcuni Paesi le donne si lapidano con le pietre, nel 2022 in Italia si lapidano a parole sui giornali. Pubblicare nome, cognome, professione, foto e audio, in assenza di reato e ancora prima di qualsiasi ricerca della verità, non è diritto di cronaca ma negazione totale alla privacy e negazione dei diritti fondamentali». Quaresima, conclude il legale, sarebbe stato oggetto «di una caccia alle streghe come forse nel più buio Medioevo poteva accadere».
Foto in copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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