La storia di Margaryta Zatuchna, sopravvissuta all’Olocausto e costretta a fuggire ancora dall’Ucraina


Margaryta Zatuchna, 82 anni, nata a Kharkiv e già sopravvissuta all’Olocausto, è stata di nuovo costretta a lasciare la sua casa, questa volta a causa del conflitto Russia-Ucraina. La sua famiglia fuggì nell’ottobre del 1941 in un villaggio sui monti Urali, ora parte della Russia, dalla zona che ospitava una centrale in cui lavorava il padre. «Lo stabilimento fu evacuato con tutte le attrezzature a Est» ha detto in un’intervista alla Cnn. La fabbrica poi fu riconvertita e iniziò a produrre mortai e a riparare di carri armati per l’esercito sovietico fino al 1943, anno in cui l’Armata Rossa riconquistò Kharkiv. Qui, durante il conflitto, vennero uccisi circa 16.000 ebrei dai nazisti. Finita la guerra, Margaryta tornò a Kharkiv.
La donna ha rivissuto il terrore di quegli anni con l’invasione russa. Alla Cnn ha raccontato che dal 24 febbraio le sono state tolte l’acqua e l’elettricità, e non riusciva a recuperare cibo. «Le sirene non si sono mai fermate, c’erano esplosioni dopo esplosioni. Una vera guerra», ha detto. Essendo il marito malato, Margaryta ha inizialmente deciso di non lasciare la città. Poi, il 20 marzo l’uomo è morto nel sonno. Margaryta ha così deciso di scappare e, grazie all’aiuto del fratello che vive negli Stati Uniti, il 30 marzo è partita. Ha raccontato che durante il tragitto si sentiva poco bene e che riceveva «informazioni lungo il percorso di luoghi che venivano bombardati». Ora la donna si trova a Cracovia, dopo un viaggio durato due giorni, ed è in attesa di ricevere il visto per raggiungere il fratello in New Jersey, negli Stati Uniti.
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