L’equilibrismo della Cina sul massacro di Bucha: «Verità da provare con i fatti, ma le foto sono inquietanti»

Pechino invita alla moderazione sulle accuse alla Russia, almeno finché non ci saranno i risultati di un’indagine

Sul massacro avvenuto a Bucha dopo la liberazione dalle truppe russe, la Cina insiste su una linea di cautela e neutralità. Pechino non arriva a negare la veridicità delle immagini dei cadaveri dei civili diffuse dai media internazionali, come finora ha fatto l’alleato russo, ma ha invitato: «tutte le parti a esercitare moderazione», almeno finché: «non saranno diffusi i risultati dell’indagine». Attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, la Cina ha anche rimproverato il governo ucraino che da giorni accusa deliberatamente la Russia dei crimini commessi a Bucha e nelle altre città occupate a marzo dall’esercito di Mosca: «La verità deve essere scoperta – spiega il governo cinese – e qualsiasi accusa contro le truppe russe deve essere basata sui fatti». Ieri 5 aprile, al Consiglio di sicurezza dell’Onu l’ambasciatore russo Vassili Nebenzya aveva definito: «menzogne» quelle raccontate da ucraini e media occidentali rispetto a quanto avvenuto a Bucha. Davanti all’enorme quantità di materiale finora emerso, Pechino dice comunque di dare: «grande importanza alla situazione umanitaria in Ucraina», dicendosi poi: «estremamente preoccupata per le conseguenze sui civili. I resoconti e le immagini sulla loro molto inquietanti».


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