Armi italiane più pesanti per Kiev, Conte protesta: «No alla forsennata corsa ai mezzi più potenti» – Il video

Al congresso di Articolo 1, il leader del M5s ha ammesso la necessità di aiutare Kiev, seppur non condividendo la direzione presa dal governo Draghi di inviare in Ucraina armamenti sempre più pesanti

Per aiutare l’Ucraina, l’Italia non può impegnarsi in una forsennata corsa al riarmo. A dirlo è il leader del M5s, Giuseppe Conte, in occasione del congresso di Articolo Uno a Roma. L’ex premier ha riconosciuto la necessità di sostenere Kiev con «aiuti militari, economici e umanitari» e «la presenza degli estremi del diritto all’autotutela e alla legittima difesa» ma ha posto un freno alle intenzioni dichiarate nelle ultime ore dal governo Draghi su un pacchetto di armi ancora più potenti da inviare in Ucraina nelle prossime settimane. «Dobbiamo offrire i mezzi a chi sta esercitando il diritto all’autodifesa ma non siamo disponibili a una escalation militare», ha spiegato, «l’unica escalation che vogliamo è quella diplomatica».


Il leader dei Cinque stelle si è dichiarato contrario «a una forsennata corsa al riarmo» e «alla via di fornire armamenti sempre più pesanti e offensivi». Il riferimento è alle valutazioni che i tecnici militari faranno a partire dalla prossima settimana sull’idoneità dei mezzi più potenti dell’armamentario italiano da inviare in Ucraina tra cui cannoni, autoblindo e cingolati. «Siamo stati tacciati di far perdere di credibilità l’Italia a livello internazionale se non veniva rispettata la soglia (di spesa militare ndr.) del 2%», ha continuato Conte, «poi abbiamo scoperto che i 2/3 dei paesi Nato non rispettano questa soglia. Una battaglia che ci è costata tanto fango».


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