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Mercenari italiani uccisi in Ucraina, l’intelligence di Roma smentisce Mosca: «Non ci risulta»

russia ucraina donbass soldati russi
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A darne notizia era stato il Cremlino, in una comunicazione inviata a Palazzo Chigi

Sarebbero 11 gli italiani finora morti mentre «partecipavano a operazioni militari» in Ucraina contro l’esercito russo. A dirlo è una comunicazione del Cremlino a palazzo Chigi, come riporta il Corriere della Sera, che individua in una sessantina i «mercenari» italiani che si sono arruolati con la resistenza ucraina. Una decina sarebbe rientrata in Italia, mentre gli altri stanno ancora combattendo assieme a: «diverse migliaia di cittadini stranieri». Ignote le identità degli italiani caduti in battaglia, né dove sarebbero stati uccisi. Dubbi emergono anche sull’attendibilità della notizia, spiega Francesco Verderami sul Corriere, considerando che al ministero della Difesa italiano non risultavano neanche questi foreign fighters nostrani nelle aree di conflitto.

La smentita italiana

Secondo fonti qualificati dell’intelligence italiana sentiti dall’Ansa, però, l’informazione non sarebbe corretta. Allo Stato «non risulta», tuttavia «sono in corso verifiche». Finora, l’unico combattente italiano morto di cui si è a conoscenza è Edy Ongaro, il 46enne veneziano ucciso il 30 marzo da una bomba mentre combatteva con le milizie separatiste del Donbass.

La versione del Cremlino

Tra le righe, il Cremlino avanza anche un avvertimento su possibili combattenti italiani che saranno catturati dai russi: «Ai mercenari non si applicano le n orme del diritto umanitario internazionale». Una frase che, alla luce di Bucha e di tutti gli altri terrificanti scenari emersi dopo l’occupazione delle truppe di Mosca, lascia pensare che i volontari italiani difficilmente resteranno prigionieri. Circa un mese fa sempre al Corriere, Giovanni Bianconi aveva raccontato che all’Antiterrorismo italiano risultavano 17 connazionali in Ucraina, di cui nove schierati con Kiev e otto con Mosca. Tutti potenzialmente perseguibili visto che la legge vieta: «atti ostili verso uno Stato estero». La nota del ministero della Difesa russo a Roma sarebbe simili a quelle trasmesse ad altre cancellerie europee. Il tentativo di Mosca punterebbe a spaccare il fronte dei Paesi occidentali, soprattutto ora che si avvicinerebbe la fase decisiva con l’assalto al Donbass. In questo modo il Cremlino minaccia e tenta di intimidire i Paesi europei, spiegano fonti della Farnesina al Corriere, sempre che l’informativa trovi riscontri.

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