Petizione on line contro il raduno degli Alpini, ma il sindaco di Rimini: «Io li aspetto, prima possibile»

Polemiche sull’appello delle Democratiche della città romagnola che chiedono di non generalizzare: «Pericoloso il meccanismo dei social, chi sa denunci»

Nonostante la petizione su Change.org – con quasi 14 mila firme in 12 ore – in cui si chiede la sospensione delle adunate annuali degli Alpini per 2 anni, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, si è detto pronto a ospitare di nuovo e «il prima possibile» l’adunata degli Alpini che ha definito «una festa di civiltà». «Sugli Alpini si è creato un clima che non mi piace. Per niente», ha scritto sui social. Per il primo cittadino, però, è «inaccettabile» il fatto che ora gli Alpini vengano «brutalmente colpevolizzati di ogni nefandezza». A chi chiede di vietare l’adunata degli Alpini in ogni città, lui ha detto: «Su questo non solo non seguo la tesi ma rivendico anche la straordinarietà dell’evento di Rimini, il clima di festa, la partecipazione sincera e entusiasta dei cittadini di Rimini, l’impegno che migliaia di riminesi hanno messo giorno e notte perché tutto fosse bello e accogliente». «Io come sindaco di Rimini – ha concluso – sto dalla parte della complessità e voglio ascoltare quelle voci e vorrei che l’adunata degli Alpini potesse tornare a Rimini il prima possibile». Intanto è bufera per le parole della Conferenza delle donne del Pd di Rimini che ha scatenato diverse polemiche, via social e non solo.


La polemica

«Intendiamo dissociarci da toni accusatori, tesi a incrementare un clima di polemica generalista e qualunquista, che getta un inaccettabile discredito verso un corpo dal valore riconosciuto e indiscusso del nostro Esercito. La cospicua presenza di forze dell’ordine a presidiare un evento così partecipato, era a garanzia della tempestiva segnalazione, repressione e denuncia di eventuali episodi a connotazione antigiuridica». A pubblicare il comunicato sulla sua pagina Facebook è stata la dem di Rimini Sonia Alvisi, che è anche consigliera regionale di parità.


La Conferenza delle donne del Pd di Rimini continua: «La responsabilità penale è individuale ed è imprescindibile che le vittime di eventuali violenze provvedano a esporre querela verso fatti che le abbiano viste coinvolte. Il social ha innumerevoli pregi ma è troppo spesso veicolo di informazioni approssimative e fuorvianti. Rivolgersi all’autorità é l’unico strumento valido, vero ed efficace per ognuno di noi e, per noi, è un dovere civico, oltre che un diritto». Il riferimento è alle testimonianze pubblicate sui social da Non una di meno Rimini. Ma i commenti critici all’appello delle Democratiche non si sono fatti attendere. Dario Braga, docente dell’università di Bologna, ad esempio, ha scritto: «Ma qual è il senso? Certo, capisco, evitare che si generalizzi e si colpevolizzino tutti gli Alpini. Ma veramente lei pensa di rispondere alle donne molestate dicendo “se avete subito molestie denunciate”?». Lo riporta il quotidiano Repubblica, edizione di Bologna.

Critica sulla scelta delle Democratiche di Rimini, anche Elly Schlein, vicepresidente della regione Emilia-Romagna: «Le segnalazioni che sono arrivate devono essere prese sul serio anche quando non prendono la forma di una denuncia alle forze dell’ordine». Intanto una denuncia è già stata presentata ai carabinieri di Rimini. Altre dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Oggi pomeriggio, intanto, è previsto un incontro tra avvocati e donne che vogliono denunciare, ha fatto sapere un’attivista dell’associazione che domani, 12 maggio, dovrebbe fare il punto sulla situazione delle denunce da presentare.

L’appello delle deputate del Pd

La polemica è approdata anche in parlamento: le deputate del Pd Pini, Boldrini, D’Elia, Bruno Bossio, Cenni, Incerti, Mura, Schirò, Pollastrini, Morani, Gribaudo, Braga, Lorenzin, La Marca, Prestipino, Bonomo, Ciagà, Di Giorgi, Madia, Berlinghieri, Cantini, Ciampi, Quartapelle, oggi hanno presentato una nuova interrogazione, dichiarando: «Chiediamo al ministero della Difesa quali azioni intenda intraprendere perché gli episodi gravissimi avvenuti a Rimini nei giorni scorsi durante l’adunata degli Alpini non si ripetano e quali iniziative intenda assumere per fare chiarezza e supportare le donne che sono state vittime delle molestie».

Un’interrogazione è stata depositata anche da Riccardo Magi (+Europa). «Non è la prima volta che tali atteggiamenti sono stati segnalati durante le adunate nazionali degli Alpini», scrivono. E ancora: «L’associazione nazionale Alpini ha commentato mettendo prima in dubbio la veridicità delle denunce e in seguito definendoli “episodi di maleducazione”. Considerato che non si tratterebbe di episodi di maleducazione, ma di reati ascrivibili alle molestie, tanto più gravi in quanto compiuti da partecipanti e associati all’adunata nazionale di un corpo dell’esercito italiano, chiediamo al ministero della Difesa di intervenire, anche in collaborazione con l’associazione nazionale Alpini, affinché tali episodi non accadano più».

Foto in copertina di repertorio: FACEBOOK/COMUNE DI RIMINI

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