Il politologo Ian Bremmer, fondatore e presidente di Eurasia Group, in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera spiega cosa sta succedendo tra Cina e Stati Uniti a proposito di Taiwan. E pronostica che non ci saranno un’escalation e neppure un’altra guerra. Anche se il presidente Joe Biden si è impegnato a sostenere militarmente l’isola: «Lo ha già detto un paio di volte. E la Casa Bianca è sempre intervenuta per spiegare che non cambia niente rispetto alla posizione tradizionale degli Stati Uniti». Per Bremmer quello che è successo in Ucraina, con l’Occidente impegnato a sostenere Kiev, servirà da monito per Xi Jinping.
Mentre sulle parole del presidente Bremmer dice che sono state interpretate in maniera più affilata rispetto al dovuto: «Non so se Biden lo abbia fatto in maniera intenzionale. A me è sembrata più una gaffe. È chiaro, però, che Pechino doveva rispondere in modo secco. Probabilmente ci sarà un aumento della tensione, anche se non mi aspetto un’escalation pericolosa. In questa fase i cinesi hanno un sacco di problemi interni. In prospettiva il governo di Xi Jinping potrebbe reagire come ha sempre fatto quando pensava di aver subito un torto. Ci sarà un raffreddamento delle relazioni diplomatiche bilaterali. Gli americani dovranno fare uno sforzo per recuperare, mentre i cinesi continueranno a sottolineare la loro irritazione».
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