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Serbia sempre più lontana dall’Ue, telefonata Putin-Vucic: «Accordo per gas russo a prezzo di favore»

Il presidente serbo ha concordato con il Cremlino che le forniture di gas restino stabili, puntando a ottenere anche un «prezzo equo»

Si stringe il rapporto tra Russia e Serbia, con Belgrado che appare ancora una volta più lontana dalla linea dell’Unione europea nei confronti di Mosca dopo l’invasione in Ucraina. In una telefonata avvenuta oggi 29 maggio tra il presidente serbo Aleksandar Vucic e quello russo Vladimir Putin sarebbero state concordate «ulteriori forniture ininterrotte di gas naturale russo alla Serbia», come riporta l’agenzia russa Tass. Nel colloquio telefonico con Putin, Vucic avrebbe discusso anche di «espandere la cooperazione commerciale ed economica reciprocamente vantaggiosa», sperando di ottenere da Mosca «un prezzo equo» sui volumi di gas richiesti. Per Belgrado sarebbero tre i fattori fondamentali nel rapporto commerciale con Mosca, ha spiegato Vucic citato da Tass: «il volume delle forniture di gas, il prezzo e l’affidabilità della fornitura».

La posizione ambigua della Serbia

La Serbia aveva ottenuto lo status di candidato per l’ingresso nell’Ue nel 2012, con i negoziati partiti poi due anni dopo. Ma da quando è partita l’invasione russa in Ucraina, Belgrado ha costantemente mantenuto una posizione ambigua, votando a favore della risoluzione di condanna della Russia alle Nazioni Unite, oltre che rendendosi disponibile per l’accoglienza dei rifugiati ucraini, ma evitando di aggregarsi alle sanzioni avviate da Bruxelles contro Mosca.

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