L’inviato veneto di Tva difende la conduttrice: «Era stressata dalla diretta. La mia reazione? Il collegamento non funzionava» – L’intervista

Il giornalista Andrea Ceroni a Open parla di un fraintendimento. E aggiunge: «Quest’estate andrò in vacanza al Sud»

«Sara era sotto forte stress emotivo per la diretta». Così Andrea Ceroni, il giornalista sportivo inviato dell’emittente veneta Tva, commenta le polemiche scaturite dalla frase a sfondo razzista rivolta in diretta dalla conduttrice Sara Pinna a un piccolo tifoso del Cosenza. Il bambino, esultando dopo la vittoria della sua squadra contro il Vicenza, ha detto: «Lupi si nasce». Pronta la risposta di Pinna: «E gatti si diventa. Non ti preoccupare che venite anche voi in Pianura a cercare qualche lavoro». Oltre all’indignazione generale per le frasi pronunciate dalla giornalista, le polemiche si sono accese per l’incapacità dell’inviato e degli ospiti di reagire. Nel caso di Ceroni, l’accusa è anche di essersi complimentato con la collega per le parole appena pronunciate. Raggiunto al telefono da Open, il giornalista parla di un fraintendimento: «È vero, ho risposto “non male Sara” con il pollice all’insù e ho fatto una risatina, ma la mia reazione era alla battuta dei gatti e non a quello che è stato detto dopo».


«Ho risposto “non male” perché quella dei gatti mi era sembrata una battuta divertente, utile a stemperare la tensione di un momento molto delicato per noi, la nostra squadra era retrocessa», commenta Ceroni. «Il mio collegamento ha funzionato solo fino a quel momento». Quelle parole a sfondo razzista sui calabresi «che vanno a chiedere lavoro in Pianura» Ceroni sostiene di non averle sentite. E a chi stenta a credere di un collegamento che proprio nel momento clou smette di non funzionare dice: «Chi lavora in televisione queste cose le sa e sto cercando di spiegarlo a chi mi attacca sui social: sono stato sfortunato perché il segnale audio da Cosenza fino a Vicenza è arrivato con qualche secondo di ritardo. La mia risposta è arrivata in coincidenza con la battuta sul lavoro al Nord, ma a me quelle parole non sono mai giunte».


«Non condivido quelle parole, ma bisogna considerare il contesto»

«Ho scoperto che era scoppiato un caso solo tre giorni dopo la diretta perché ero andato in vacanza in Belgio. Sono parole che non condivido, e che non fanno parte assolutamente di me. Dico anche però che bisogna considerare il contesto», continua il giornalista. «In quel momento la nostra squadra era retrocessa, venivamo presi in giro dall’altra squadra. A Sara è uscita quella cosa lì, sicuramente sgradevole. Ma se avessimo perso contro una squadra genovese magari avrebbe detto “e voi pensate a quanto tirchi siete”. Non c’era un intento razzista, di questo sono sicuro». L’inviato prosegue: «Io come Sara sono sempre in onda, quando sei in diretta per due ore hai uno stress emotivo importante. Si esce molto provati anche perché è un tempo che devi riempire in tutte le sue parti, non puoi lasciare un minuto cadere nel silenzio. Va da sé che non hai sempre tempo di chiederti quale sia la cosa più giusta da dire. Non giustifico quanto Sara ha detto, ma bisogna contestualizzare».

«Non prendo le distanze»

Alla domanda su cosa avrebbe detto se il collegamento (che lui dichiara non funzionante) non si fosse interrotto, Ceroni preferisce rimanere sul vago: «La frase era sbagliata, non l’avrei sicuramente approvata. Ma sarebbe molto facile dire che l’avrei condannata immediatamente, perché mi rendo conto che quella in diretta era una situazione molto difficile. Non voglio prendere le distanze da una collega che conosco da tanti anni». L’inviato continua riconoscendo un errore di sottovalutazione: «La rete ci ha messo un po’ prima di uscire con il comunicato di scuse, ma gestire un’emittente televisiva non è facile. Forse abbiamo sottovalutato un po’ il problema all’inizio».

«Ci sono arrivati tanti insulti»

Il giornalista racconta dei numerosi attacchi arrivati nelle ultime ore dai social e dalle lettere che gli stessi vicentini hanno inviato all’emittente televisiva. «Ci sono arrivati insulti e cattiverie – dice -. Ma al di fuori di Vicenza non mi conoscono, non sanno quanto io sia sempre attento alle parole. Sono finito in una coincidenza sfortunata». E riferendosi alle critiche che arrivano dal Sud replica: «A chi mi dice “vergognati, l’estate però vieni a farti le vacanze al Sud” rispondo che io ci vengo al Sud perché mi son sempre trovato benissimo. Ci sono luoghi e persone bellissime, dalla Puglia alla Sicilia alla Campania. Quest’estate, perché no, andrò in Calabria».

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