Il sovranismo sulla benzina di Orban: prezzo basso alla pompa solo per gli ungheresi. La Croazia vuole portarlo in tribunale

Quella messa in campo da Orban è una «discriminazione dei cittadini Ue» ha tuonato il premier croato, dopo che da giorni il presidente ungherese ha agitato il suo veto contro l’embargo Ue sul petrolio russo. Uno stop che alla fine della trattativa, ha tutelato proprio le forniture per il suo Paese

Anche il premier croato Andrej Plenkovic ha attaccato la decisione di Viktor Orban di vietare alle auto con targhe non ungheresi di acquistare carburante a prezzi calmierati. La protesta croata si aggiunge a quella degli altri Paesi confinanti dopo che il governo ungherese ha deciso di imporre una sorta di sovranismo della benzina dallo scorso 27 maggio, quando è stato imposto un prezzo di 480 fiorini, circa 1,22 euro, per un litro di benzina e diesel. Ai veicoli con targa straniera invece è imposto il prezzo di mercato, in media il 40% superiore alla quota fissata da Orban. Nel giorno in cui il presidente ungherese ha strappato una sostanziale vittoria personale, spingendo i Paesi Ue a varare l’embargo sul petrolio russo senza colpire gli oleodotti, quindi garantendo le forniture per Budapest, Plenkovic critica quella che secondo lui è una «discriminazione degli altri cittadini Ue», annunciando di portare il governo ungherese in tribunale: «Alle pompe di benzina non si può dire gli ungheresi possono, mentre uno con la targa croata non può. Ciò è inammissibile, si tratta di una aperta violazione dei diritti europei, è una cosa che deve finire, e finirà».


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