Cosa prevede l’accordo nell’Ue sull’embargo al petrolio russo: 6-8 mesi per l’addio a Mosca mentre il prezzo sale

Si va dallo stop all’import di greggio a quello nei confronti dei prodotti petroliferi forniti dalla Russia. Bando anche per i derivati chimici

Mentre il prezzo del brent arriva a 124 dollari al barile, l’Unione Europea annuncia l’accordo sull’embargo al petrolio della Russia. Comparirà nel sesto pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca, così come era stato anticipato nelle ultime ore, insieme all’esclusione dal sistema Swift di tre banche russe e una bielorussa (fra le prime c’è anche la Sberbank che detiene, tra l’altro, un terzo degli asset bancari del Paese) ma anche l’allungamento della lista in cui vengono indicate tutte le persone con responsabilità nella gestione di questa guerra o che hanno legami con personalità già sanzionate. Previsto il bando ai prodotti chimici che potrebbero essere impiegati per la produzione di armi chimiche e lo stop ai servizi di consulenza e accounting da parte delle società europee ai clienti russi.


Il blocco del greggio e dei prodotti petroliferi

Ma quando scatterà davvero il blocco del greggio e dei prodotti petroliferi? Lo stop all’import di greggio è previsto dopo sei mesi, quello ai prodotti petroliferi forniti dalla Russia all’Ue dopo otto. La decisione formale sulle sanzioni, comunque, dovrà essere presa ufficialmente dal Consiglio o dai rappresentanti degli Stati presso l’Ue. Domani si riuniranno gli ambasciatori. Nelle conclusioni, intanto, non sono state fornite date precise. C’è, però, un’indicazione al Consiglio, quindi ai ministri degli Esteri degli Stati membri, di adottare tutto il pacchetto di sanzioni «senza indugio, garantendo un mercato unico ben funzionante, una concorrenza leale, solidarietà tra gli Stati membri e condizioni di parità anche per quanto riguarda il graduale affrancamento dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi». Nel caso in cui ci fossero improvvise interruzioni dell’approvvigionamento da parte dei russi, allora «saranno introdotte misure di emergenza per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento».


L’esclusione temporanea dall’embargo sul petrolio

Per quanto riguarda, invece, la durata dell’esclusione temporanea dall’embargo sul petrolio trasportato dall’oleodotto sarà chiamato a pronunciarsi «quanto prima» il Consiglio europeo. La durata dell’esenzione per i tre Paesi che non hanno sbocco al mare, cioè Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, dipenderà da alcuni fattori. Per l’Ungheria (che continuerà a ricevere il petrolio russo tramite oleodotto), ad esempio, saranno fondamentali i tempi di aumento della capacità dell’oleodotto Adria, che collega la Croazia all’Ungheria per il greggio proveniente dal Nordafrica e dal Medio Oriente. Quindi si va da un mese e mezzo a due mesi, secondo la Commissione. Peserà anche l’adattamento delle raffinerie al petrolio non russo e la quantità di fondi europei che l’Ungheria riuscirà ad accaparrarsi per diversificare le fonti di approvvigionamento.

L’obiettivo dell’Ue

L’obiettivo dei leader europei, dunque, resta quello di vietare il 90 per cento del greggio russo entro la fine dell’anno. Nello specifico, l’accordo prevede lo stop dell’acquisto di petrolio greggio e prodotti petroliferi dalla Russia consegnati agli Stati membri dell’Ue via mare ma prevede anche un’esenzione temporanea per il greggio degli oleodotti. Germania e Polonia, che usufruiscono di consegne dall’oleodotto, si sono impegnate a rendersi indipendenti, sempre dal punto di vista energetico, dalla Russia. Infine, per l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell con «l’accordo raggiunto ieri, tardi come sempre, interromperemo l’acquisto di oltre il 90% del petrolio russo. È un grande passo avanti». «Noi siamo i più importanti clienti, ora a Mosca devono cercarne altri, avranno meno risorse finanziarie per continuare la guerra», ha aggiunto. «L’embargo al petrolio russo deciso dal Consiglio europeo è una decisione storica per paralizzare la macchina da guerra di Putin. La nostra unità è la nostra forza. Siamo il cliente più importante per la Russia, dovranno cercarne altri e certamente dovranno ridurre il prezzo. Il proposito è di far sì che la Russia abbia meno risorse per finanziare la macchina di guerra», ha concluso.

Foto in copertina di repertorio da ANSA

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