Ue, ancora una fumata nera sul petrolio russo: slitta l’accordo sull’embargo. Berlino: «Qui l’Europa si sgretola»

Il greggio russo che arriva in Europa via oleodotto rappresenta un terzo delle importazioni

Niente accordo sull’embargo al petrolio russo. Per l’Ue è sempre più difficile trovare unanimità su uno dei punti principali previsto dal sesto pacchetto di sanzioni destinate a Mosca. Secondo quanto riferiscono le fonti, gli ambasciatori dei Paesi membri riuniti oggi alla vigilia del vertice europeo del 30 e 31 maggio, non hanno raggiunto un’intesa sulla proposta che prevede un’esenzione per l’oleodotto dell’Amicizia (Druzhba), che porta greggio all’Ungheria e ai Paesi dell’Ue orientale. Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha detto alla vigilia del summit: «Dopo l’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina, abbiamo visto cosa può accadere quando l’Europa è unita. Speriamo che l’unità venga mostrata al vertice di domani. Ma ha già iniziato a sgretolarsi». Nella giornata di domani, 30 maggio, i leader dei 27 saranno informati sugli sviluppi della discussione.


«Sbloccare l’export agricolo ucraino»

«Il Consiglio europeo invita la Russia a porre fine ai suoi attacchi alle infrastrutture di trasporto in Ucraina, per consentire le esportazioni di cibo e revocare il blocco dei porti del Mar Nero». Così recita la bozza delle conclusioni dell’incontro dei 27 Stati membri tenutosi alla vigilia del vertice europeo di Bruxelles del 30 e 31 maggio.


«Introdurre tetti ai prezzi dell’energia»

Nel documento i leader non solo invocano lo sblocco dell’export agricolo ucraino ma dedicano anche un intero capitolo al tema energia in cui il Consiglio europeo invita la Commissione «a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei». Su quest’ultima misura la Commissione si è dichiarata già disponibile a patto che «sia strettamente emergenziale e che sia legata a interruzioni delle forniture di gas russo». A questo proposito nella bozza si fa riferimento al fatto che «la preparazione a possibili gravi interruzioni dell’approvvigionamento e la resilienza del mercato del gas dell’Ue vanno migliorati, in particolare con un piano coordinato d’emergenza».

«Aumentare sostegno militare in Ucraina»

Nella bozza aggiornata delle conclusioni il Consiglio si è espresso anche sulle armi da donare all’Ucraina. Nessun richiamo alla tregua ma il riconfermato impegno «nel rafforzare la capacità dell’Ucraina nella difesa dell’integrità e della sovranità territoriale». E ancora: «Il Consiglio europeo accoglie con favore l’adozione della recente decisione di aumentare il sostegno militare in Ucraina nell’ambito del Fondo europeo per la pace».

Il sesto pacchetto di sanzioni Ue

La bozza inviata dalla Commissione Ue alla vigilia del Consiglio europeo in programma lunedì 30 maggio a Bruxelles prevede di concedere sei mesi agli Stati membri per fermare gradualmente le importazioni di petrolio da Mosca, per quanto riguarda le forniture via mare, e otto mesi per quelli di prodotti raffinati. In questo modo, la Commissione concederebbe più tempo all’Ungheria, oltre che un consistente aiuto dai fondi del piano RePowerEu, perché trovi un’alternativa alle forniture energetiche, provando così a sbloccare lo stallo delle trattative che da un mese tiene bloccato il sesto pacchetto di sanzioni europee contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.

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