Riemergono i vecchi post sul quadro preferito da Hitler e la scritta Dux. Dopo il «Boia chi molla», altra bufera sul candidato sindaco di Rieti

«Lunga vita ai sogni» scriveva il candidato di centrodestra a Rieti per la commemorazione di Acca Larenzia

Emergono vecchi post controversi che ammiccano al fascismo e a episodi storici dell’estrema destra sul profilo Facebook del candidato sindaco di centrodestra a Rieti Daniele Sinibaldi, iscritto a Fratelli d’Italia e attualmente vicesindaco. Post che, riporta Repubblica, il candidato non ha mai cancellato. Tra quelli più discussi spicca quello con la foto dell’Isola dei morti di Böcklin, il quadro preferito da Adolf Hitler. Negli anni ha anche condiviso un articolo relativo alla scritta Dux sul Monte Giano di Antrodoco (Rieti), intitolato «Roma, tra i monti innevati riappare la gigantesca scritta Dux». E poi un altro in occasione della commemorazione dei fatti di Acca Larenzia, l’omicidio di due attivisti del Fronte della Gioventù del 1978, con il commento: «lunga vita ai sogni». I post con richiami neofascisti da parte del vicesindaco si fermano al 2017, anno in cui si è candidato in Consiglio comunale. Sinibaldi si era già ritrovato coinvolto dalle polemiche in occasione della sua presentazione, quando il sindaco rietino Antonio Cicchetti si era lanciato nel grido di battaglia «Boia chi molla». Un caso che fece gridare al complotto tra le fila di Fratelli d’Italia, con sospetti di fuoco amico nella coalizione.


FACEBOOK| Uno dei post sulla pagina di Daniele Sinibaldi con la foto del quadro l’isola dei morti di Böcklin, ritenuta l’opera preferita da Adolf Hitler

Le polemiche contro il candidato di centrodestra a Rieti sono riesplose con l’attacco del deputato del Pd Emanuele Fiano, secondo cui è i partiti di centrodestra ora dovrebbero prendere le distanze da un candidato che nel corso degli anni «ha disseminato i suoi social di memoria fascista. Non si può essere complici di chi ancora inneggia ai protagonisti dei crimini più terribili e di nostalgie verso regimi dittatoriali».


Foto di copertina presa dal profilo Facebook di Daniele Sinibaldi

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