In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICACateno De LucaDino GiarrussoElezioni comunaliMessinaSicilia

Amministrative, così l’outsider Basile ha conquistato Messina con il sostegno dell’ex sindaco e di Giarrusso

44 anni, commercialista, ex direttore generale e dal 2006 revisore dei conti del Comune, dipendente dell'Università di Messina, il neo primo cittadino era appoggiato da nove liste

Anche se i giochi per le elezioni comunali non sono ancora del tutto chiusi, i risultati ottenuti dalla prima tornata di domenica scorsa hanno già riservato qualche sorpresa. Quella di Federico Basile, per esempio, eletto al primo turno sindaco di Messina con il 45% delle preferenze. Basile, appoggiato dalla Lega di Matteo Salvini, viene definito il «candidato ombra» di Cateno De Luca, sindaco uscente della città che rassegnò le sue dimissioni definitive lo scorso gennaio (dopo averle presentate formalmente e poi ritirate tre volte), per avere la possibilità di candidarsi come presidente della Regione. La vittoria di Basile a Messina, inevitabilmente, dà un’ulteriore spinta a De Luca e al suo movimento “Sicilia vera” per la corsa alla presidenza della Regione. Il nome del neo-eletto sindaco era tuttavia sconosciuto ai più fino a pochi giorni fa. Ciononostante, come ha sottolineato il leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Micciché, «Uno che arriva [quasi, ndr] al 50 per cento da solo e contro tutti i partiti è un fenomeno che non si può fare finta che non ci sia».

Federico Basile: l’identikit

44 anni, commercialista, ex direttore generale e dal 2006 revisore dei conti del Comune, dipendente dell’Università di Messina, Federico Basile è stato esperto dei comuni di Itala e Montalbano Elicona e presidente del nucleo di valutazione della Città metropolitana nel 2020. Basile era appoggiato da nove liste: ‘Mai più baracche’, ‘Senza se e senza ma’, ‘Gli amici di Federico’, ‘Basile sindaco’, ‘Con De Luca per Basile sindaco’, ‘Amo Messina’, ‘Orgoglio messinese’ e ‘Insieme per il lavoro Clara Crocé con Basile’. La nona lista della coalizione era quella di ‘Prima l’Italia’, facente riferimento al deputato nazionale della Lega Nino Germanà, convinto da De Luca a offrire il suo appoggio con una serenata sotto casa dove quest’ultimo aveva intonato «Affacciati alla finestra Ninittu miu». Una scelta, quella di sostenere Basile, rivelatasi vincente per il partito di Matteo Salvini, che nonostante non si sia fatto vivo nella città dello Stretto nel corso della campagna elettorale, non ha mancato di esultare per i successi della Lega a Castrocaro, Ponza, Forte dei Marmi e Messina. 

Basile è riuscito a prevalere su Maurizio Croce, esponente del centrodestra appoggiato anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il sodalizio del nuovo sindaco di Messina con Cateno De Luca iniziò nel 2019, quando l’ex primo cittadino gli diede un incarico da esperto a titolo oneroso, conferito con decreto sindacale, per dare supporto normativo e gestionale nell’ambito del “Salva Messina”, il piano di riequilibrio finanziario pluriennale che i due avevano realizzato assieme. De Luca aveva «nominato» Basile come suo successore il giorno stesso delle dimissioni. Ed è impossibile trascurare il ruolo da protagonista che l’aspirante presidente della Regione ha giocato in queste elezioni: sui fac-simile elettorali, il suo nome compariva immancabilmente al fianco di quello del suo pupillo.

«Scateno» de Luca, tra stravaganze e ambizione

Il nome del padrino politico di Basile aveva attirato l’attenzione delle cronache in passato per le teatrali proteste contro il Super Green Pass, e prima ancora per le strategie poco ortodosse volte a imporre il rispetto del lockdown. Per controllare e richiamare i cittadini che non rispettavano i divieti, infatti, aveva annunciato l’utilizzo di droni con un messaggio registrato personalmente: «Dove c… vai? Torna a casa! A calci in c… ecco qual è il modo di far applicare le norme. Non si esce!».

Le sue stravaganze, spesso e volentieri condivise sui social, gli hanno fatto guadagnare il soprannome di Scateno De Luca. Se il presidente uscente della Regione Nello Musumeci, che aspira alla rielezione, minimizza il suo successo definendolo «Un fenomeno locale», De Luca non esita a ribattere: «Il suo conto alla rovescia è scattato, Musumeci è finito». «Scateno» si è dimostrato fiducioso di poter strappare la vittoria alle regionali del prossimo autunno: «Vincerò le elezioni ma se così non fosse centrodestra e centrosinistra dovranno bussare alla nostra porta. Noi però non apriremo a nessuno», ha dichiarato il leader di Sicilia vera, che sarebbe pronto a «sfidare la casta».

Un’autostima probabilmente dovuta al suo reddito, che si aggirerebbe attorno al milione di euro l’anno, grazie alle consulenze prestate al patronato Fenapi, attraverso una società di sua proprietà, e che lo ha portato a essere il sindaco più ricco d’Italia nel 2021. E grazie anche all’aiuto di un europarlamentare, che ha appoggiato apertamente la campagna di Basile e il progetto del suo mentore: l’ex grillino Dino Giarrusso.

Giarrusso e De Luca: un progetto comune per «ridare dignità al Sud»

«C’è poco da dire, sono i numeri a parlare: le mie scelte sono state tutte giuste, trionfa Basile sostenuto da me e De Luca contro tutti i partiti»: queste la parole che Giarrusso ha usato per commentare la vittoria al primo turno del nuovo sindaco di Messina. L’ex 5stelle e Cateno De Luca, l’uno l’asso nella manica dell’altro, hanno annunciato un soggetto politico comune: «Un Movimento politico federativo che ridia forza e dignità al Sud anche per aiutare il Nord, eliminando un’Italia a due velocità che non giova a nessuno», secondo le parole di Giarrusso, che racconta anche come stiano «lavorando con entusiasmo» su un «progetto comune anche a livello regionale e nazionale».

Non sono mancate parole di apprezzamento nei confronti del suo «alleato»: «Ho molto apprezzato le idee, le proposte e la grande energia di De Luca, e gli riconosco l’enorme merito di muoversi fra la gente, di conoscere il popolo e stimolarlo a partecipare come faceva un tempo il Movimento e come purtroppo non fa più». «Stiamo lavorando insieme per capire se ci può essere un’intesa e se il progetto che sto portando avanti con fervore e che sta ricevendo tante adesioni e moltissimi attestati di stima, possa sposarsi col grande lavoro che lui ha già fatto e continua a fare in Sicilia», ha concluso.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti