Olanda, fermata una spia russa: si spacciava per stagista brasiliano al tribunale dell’Aja, dove si indaga per i crimini di Mosca

“Victor” era appena arrivato in Olanda, ma l’intelligence lo ha rimandato in Brasile. Poteva interferire nelle indagini sui possibili crimini della Russia in Ucraina e Georgia

Nel mese di aprile, le autorità hanno impedito l’ingresso in Olanda a un cittadino brasiliano per poi imbarcarlo sul primo volo disponibile per il Brasile. Victor Muller Ferreira, nato nel 1989, doveva lavorare come stagista presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja, dove sono in corso le indagini per i possibili crimini di guerra della Russia in Ucraina e Georgia. L’uomo, in realtà, era una spia russa. Non si chiamava Victor, non è nato nel 1989 e non è neanche brasiliano. Il suo vero nome è Sergey Vladimirovich Cherkasov, nato nel 1985, ed è un agente dell’intelligence militare russo GRU. Come riportato nel report dell’intelligence olandese, l’obiettivo del GRU è quello di raccogliere informazioni militari, politiche e tecnologiche, e svolgere operazioni segrete laddove un cittadino russo non potrebbe mai avere accesso, come il Tribunale penale internazionale dell’Aja (CPI).


L’account Facebook individuato dagli investigatori di Bellingcat.

Per ottenere l’ingresso come stagista, Sergey aveva creato l’identità di un brasiliano dalla storia strappalacrime. In un documento, dove racconta la storia di Victor, afferma di essere nato a Rio e di aver scoperto che la sua vera madre biologica era morta poco dopo la sua nascita. L’intero racconto pare una telenovela, dove il povero “Victor” ha perso nel tempo i legami con ogni persona a lui cara. La lettera, scritta in portoghese, presentava alcuni errori per essere scritta da un madrelingua che doveva lavorare come stagista al Tribunale penale internazionale.


L’account Twitter condivideva i contenuti di Bellingcat.

Una volta identificato, l’intelligence olandese ha impedito che l’agente segreto russo potesse entrare negli uffici della Corte dove non solo avrebbe potuto raccogliere informazioni utili per Mosca, ma anche influenzare le indagini e i procedimenti in corso.

Anni di lavoro sfumati

Come ricostruito dagli investigatori di Bellingcat, il falso brasiliano Victor aveva un curriculum molto interessante, incluso un master alla Johns Hopkins tra il 2018 e il 2020. Uno dei docenti, Eugene Finkel, ha pubblicato un thread via Twitter dove racconta di come, inconsapevolmente, aveva aiutato “Victor”.

Victor curava un blog personale, “Politics of Us“, incentrato sulla geopolitica e di ideologia filo occidentale. Il sito sembrava visitato e con diversi commenti, probabilmente fasulli. Una copertura “anti-russa”, sostenuta anche attraverso la condivisione delle indagini di Bellingcat, costruita negli anni e conclusa in Olanda.

A sinistra, la presunta foto dell’agente russo in tenuta militare. Al momento non c’è la possibilità di confermare o smentire tale associazione.

Il vero nome di Victor, Sergey Vladimirovich Cherkasov, sarebbe stato riscontrato in una lista di agenti del GRU ottenuta da Bellingcat.

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