L’Italia dovrebbe cercare di più una soluzione diplomatica per raggiungere la pace tra Ucraina e Russia, ma attraverso anche una de-escalation militare e un maggior coinvolgimento del Parlamento sull’invio delle armi a Kiev. È questa in sintesi la linea del M5s emersa dopo il vertice notturno del Consiglio nazionale, a due giorni dal voto in Parlamento della risoluzione sulla posizione del governo da portare al Consiglio europeo del 23 giugno. Nella nota diffusa oggi, 20 giugno, il M5s è tornato a chiedere un maggior coinvolgimento delle forze politiche parlamentari nella definizione della linea governativa a livello internazionale, soprattutto sul fronte dell’invio di armi a Kiev: «Auspichiamo un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento – si legge – con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal Governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi».
June 20, 2022
Lo scontro con Di Maio
Nel lungo testo di resoconto trova inevitabilmente spazio anche lo scontro con Luigi Di Maio, che proprio sulla risoluzione aveva attaccato i vertici grillini e quella parte che continua a spingere perché si interrompa il sostegno militare per l’Ucraina. Quelle del ministro degli Esteri sono definite «esternazioni che distorcono le chiare posizioni» che il M5s avrebbe avuto da maggio scorso «e oggi integralmente ribadite, sempre all’unanimità». Di Maio avrebbe usato parole «inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta» dal M5s, che mai avrebbe messo in discussione la presenza dell’Italia nella Nato e nell’Ue. Le dichiarazioni di Di Maio, quindi, secondo i vertici del M5s «sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno». Lo scontro tra Movimento e Di Maio è andato via via inasprendosi dopo la pubblicazione di una bozza di risoluzione in cui viene ribadito il «no» dei senatori del M5s all’invio di nuove armi all’Ucraina. Di Maio aveva risposto criticando i vertici del M5s: «Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Davanti a questa terribile guerra lo rivendico con orgoglio».
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