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Ucraina, il Parlamento di Kiev approva due leggi contro musica e libri russi

La Verkhovna Rada ha dato il via libera a una stretta sui prodotti culturali provenienti da Russia, Bielorussia e territori occupati

Stretta in Ucraina sulla musica e sui libri russi. Ieri, 19 giugno, entrambe le camere del Parlamento, la Verkhovna Rada, hanno approvato due leggi che imporranno forti limitazioni all’importazione e distribuzione di volumi e prodotti editoriali russi post-sovietici. Il divieto vale anche per libri in russo stampati in altri Paesi. Una mossa pensata nel tentativo di rompere i legami culturali residui tra Ucraina e Russia. Ora manca solo la firma di Volodymyr Zelensky, ma sembra essere una pura formalità data l’ampia maggioranza con la quale il parlamento ucraino ha sostenuto la proposta. A votare a favore anche i deputati considerati pro-Cremlino.


Le due leggi

La prima legge proibisce la stampa di libri prodotti da autori e autrici che, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, hanno mantenuto la cittadinanza russa, a meno che non ci rinuncino e prendano quella ucraina. Vietata l’importazione di libri russi stampati in Russia, Bielorussia o nei «territori ucraini temporaneamente occupati». L’altra norma proibisce la riproduzione di musica di artiste e artisti russi post-sovietici sui media ucraini e sul trasporto pubblico, con l’obiettivo di aumentare i programmi e la musica in lingua ucraina nelle radio e nelle Tv. Dal divieto verranno esclusi i musicisti che hanno condannato l’invasione di Mosca, che saranno inclusi in un’apposita «lista bianca».


Una scelta a favore del pubblico ucraino

«Dal 1° gennaio 2023, i libri saranno pubblicati e distribuiti solo nella lingua ucraina di stato, nelle lingue dei popoli indigeni dell’Ucraina e nelle lingue ufficiali dell’Unione Europea», ha scritto su Facebook la vicepresidente del Parlamento ucraino, Olena Kondratyuk. Il ministro della Cultura, Oleksandr Tkachenko, si è detto soddisfatto e pronto ad accogliere le nuove restrizioni: «Queste leggi sono disegnate in modo da aiutare gli autori ucraini a condividere contenuti di qualità con un pubblico più ampio possibile, che dopo l’invasione russa non riesce più ad accettare a livello fisico nessun prodotto creativo russo», ha dichiarato.

Il percorso di «derussificazione»

Queste leggi sono solo l’ultimo passo di un lungo percorso che l’Ucraina ha intrapreso da diversi anni per superare l’eredità della dominazione sovietica e riappropriarsi della propria identità nazionale, chiamato fino a poco tempo fa «decomunistizzazione». Intensificatosi a partire dal 2014, in seguito all’invasione della Crimea da parte della Russia e l’inizio del conflitto nel Donbass, oggi questo processo ha guadagnato sempre più terreno e nessuno ha più timore di parlare esplicitamente di «derussificazione». Nel 2019, ad esempio, era stata approvata una legge che imponeva ai dipendenti pubblici di conoscere l’ucraino. Dallo scoppio della guerra, invece, solo a Kiev sono centinaia i luoghi hanno deciso di cambiare nome per eliminare qualsiasi riferimento ai loro legami con la Russia e una statua dell’era sovietica eretta per celebrare l’amicizia tra i due Paesi è stata abbattuta.

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