Mattia Santori e la cannabis coltivata in casa: «È come per l’alcool, il pericolo è nell’abuso»

Il consigliere bolognese: «Porterò la mia storia giudiziaria sul tavolo dei decisori politici»

Il consigliere comunale di Bologna Mattia Santori ha fatto sapere che fuma e coltiva cannabis. Le tre piantine in casa gli sono già costate un anatema da parte dei Fratelli d’Italia, secondo i quali è «inadeguato al suo ruolo istituzionale». L’ex Sardina si difende oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «Le leggi si rispettano anche quando sono sbagliate. Ma il Pd spesso si incarta su questi temi. Stanno sostenendo il ddl Magi in Parlamento e, quindi, in quella sede stanno dicendo che Santori non dovrebbe essere penalizzato: c’è un dibattito nel partito che non si è mai svolto. A Milano agli Stati generali della cannabis c’erano 23 esponenti del Pd».


E il rischio denuncia? «Denunciando me denunciano un sistema ingiusto. Sarò ben contento se il mio gesto servirà a smascherare questa ipocrisia. Porterò la mia storia giudiziaria sul tavolo dei decisori politici mentre si discute il disegno di legge in Parlamento. Non capisco però la relazione tra la qualità del lavoro di un delegato e la sua vita privata. Non dico alla gente “fate come me”, dico “guardate, vengono criminalizzate le persone sbagliate”. Invece, vogliono far passare che non è credibile come amministratore chi consuma cannabis, ma è antiscientifico».


Per Santori sulla cannabis «vale l’esempio dell’alcol. Chi beve vino in misura moderata è responsabile; chi va al discount alle 7 di mattina a comprare alcol come “benzina” è problematico. Allo stesso modo, chi si fa la cannetta ogni tanto per rilassarsi è nella norma, chi fuma tutto il giorno è problematico. Perché non togliere risorse al mercato nero per darle allo Stato, ai Comuni, alle Regioni per intervenire nel secondo caso?».

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