Violenza sessuale e domestica, la battaglia di Desirèe contro il padre: «Condannato per abusi, ora ha diritto all’eredità di mia madre» – Il video

La donna ha chiesto in una petizione la modifica della legge che regola l’indegnità ereditaria. Finora ha raccolto oltre 36mila firme

«Questa è la storia di un’ingiustizia. Anzi, è la storia di un’ingiustizia dopo l’altra». Inizia così il testo che accompagna la petizione lanciata da Desirèe Gullo, educatrice scolastica di Corsico. Suo padre è stato condannato per violenza domestica e sessuale contro lei, sua madre e sua sorella. Ora che la madre è morta, l’uomo potrà ricevere parte della sua eredità. Due giorni e quasi 40.000 firme per supportare il suo appello: una modifica alla legge che regola l’indegnità ereditaria. «Chiedo l’estensione dei tempi per fare ricorso, per coloro che hanno subito violenze quando erano minori. E il divorzio automatico per donne separate, vittime di violenza domestica». E ancora: «Nel caso in cui la coppia è separata e non divorziata, perdita automatica di tutti i diritti successori per chi ha commesso violenza domestica contro il coniuge, in particolar modo se ci sono minori coinvolti nei reati di violenza».


La storia

Le radici della battaglia di Desirèe affondano nella sua storia. «Mia madre si era separata da mio padre nel 1998, in seguito a violenza domestica e molestie sessuali nei suoi e nei nostri confronti, le sue due figlie, Desirèe e Simona», spiega ancora nel testo della petizione. L’uomo è stato condannato in primo grado a 3 anni di carcere, ridotti a 1 in Appello, e al pagamento di un risarcimento nei confronti delle parti lese. Eppure, non solo questo risarcimento non è mai arrivato, ma adesso che l’ex consorte è morta, secondo la legge ha diritto a ricevere la pensione di reversibilità e l’eredità, condivisa con le figlie. Desirèe si appella adesso alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Mario Draghi. È possibile supportare la sua richiesta a questo link.


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