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«Giulia non era alterata», parla il ragazzo che ha accompagnato le sorelle alla stazione di Riccione

01 Agosto 2022 - 18:05 Ygnazia Cigna
alessia giulia morte riccione treno cosa è successo
alessia giulia morte riccione treno cosa è successo
Poco prima della tragedia, le due ragazze avevano anche telefonato al padre, assicurandogli che sarebbero rientrate a casa

Tra le diverse testimonianze che la polizia sta raccogliendo sulla morte di Giulia e Alessia Pisanu, investite da un treno alta velocità ieri 31 luglio, c’è anche quella di un ragazzo di 24 anni che aveva accompagnato le due giovani in stazione, dopo una nottata in discoteca. Ha riferito agli inquirenti di averle viste entrambe la sera precedente al locale e di aver poi rivisto nuovamente la sorella maggiore fuori dalla discoteca, stesa a terra. Secondo quanto ha riportato, era «stanca, ma non in uno stato di particolare alterazione». Giulia gli aveva raccontato di aver lavorato tutto il giorno prima di partire per Riccione con la sorella. Per questo era molto provata. A lei avrebbero poi rubato il cellulare, così durante il tragitto dal locale alla stazione la sorella più giovane, Alessia Pisanu, ha chiesto al ragazzo di prestarle il telefono perché il suo si era scaricato. La chiamata era per il padre.

La chiamata con il padre pochi minuti prima

Un altro testimone riferisce proprio di questa telefonata, avvenuta pochi minuti prima della tragedia. Lo avrebbero rassicurato dicendo che stavano rientrando a casa. In più testimonianze è emerso un elemento comune: una delle due sorelle avrebbe provato a salvare l’altra. Al momento, sono due le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti: un incauto attraversamento dei binari o un tentativo di suicidio di una delle due che avrebbe coinvolto anche l’altra che ha provato a salvarla. Quest’ultima inizia però ad essere la meno probabile dopo il racconto di Stefano, un 32enne che avrebbe assistito all’intera scena. «Ho visto una ragazza seduta sui binari e l’altra che ha cercato di tirarla via», ha detto. Al momento, l’indagine non prevede indagati e test tossicologici. Probabile invece un esame del Dna per accertare l’identità delle due sorelle.

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