Perché Nancy Pelosi è andata a Taiwan, le sua spiegazione sul Washington post: «Il mondo deve scegliere tra democrazia o autocrazia»

In un editoriale pubblicato sul sito del quotidiano americano 10 minuti dopo il suo atterraggio a Taipei, la Speaker della Camera Usa spiega la sua visita come una «dimostrazione di sostegno alle democrazia minacciate»

La speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, non ha lasciato nulla al caso e ha affidato a un editoriale sul Washington Post, pubblicato sul sito del giornale 10 minuti dopo il suo atterraggio a Taipei, le ragioni della sua visita (mai ufficializzata) a Taiwan. Pur affermando, come ha scritto anche su Twitter, che la sua presenza sull’isola non segna alcun cambiamento nella politica degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan e soprattutto della Cina, Pelosi sottolinea che si tratta di «una dimostrazione di sostegno alle democrazie minacciate». Come l’Ucraina. «Questo viaggio arriva in un momento in cui il mondo si trova di fronte a una scelta tra autocrazia e democrazia. Con la Russia che conduce la sua guerra premeditata e illegale contro l’Ucraina, uccidendo migliaia di innocenti, persino bambini, è essenziale che l’America e i nostri alleati chiariscano che non cederemo mai agli autocrati», scrive la democratica.


Poi, citando le ripetute minacce della Cina di impadronirsi di Taiwan con la forza, ma anche la repressione dei diritti a Hong Kong sempre a opera di Pechino, Pelosi scrive: «Di fronte alla crescente aggressività da parte del Partito Comunista cinese, la visita della nostra delegazione è una dichiarazione inequivocabile che l’America è con Taiwan, il nostro partner democratico, che difende se stessa e la sua libertà. A Taiwan, onoriamo il nostro impegno per la democrazia: riaffermando che le libertà di quest’isola – e di tutte le democrazie – devono essere rispettate».


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