Allarme West Nile a Padova, salgono a 49 i casi accertati: «Qui più di quelli Covid»

L’appello da malattie infettive dell’Azienda ospedaliera padovana è di non sottovalutare i sintomi non appena si presentano e presentarsi subito in una struttura sanitaria

Con 49 casi finora accertati tra Padova e provincia, questa zona del Veneto si conferma l’epicentro della diffusione del virus della West Nile, che sta mettendo sempre più sotto pressione le strutture sanitarie nel Padovano, come racconta il direttore generale dell’Azienda ospedaliera padovana, Giuseppe Dal Ben, intervistato dal Corriere della Sera. «In questi giorni la pressione della West Nile sulle strutture dell’ospedale è progressivamente aumentata – spiega il dirigente sanitario – Da qualche singolo caso, che si poteva ritenere sporadico, siamo oggi a più di 10 persone ricoverate, 12 per l’esattezza, in una fascia di età dai 30 agli 80 anni. Solo negli ultimi tre giorni abbiamo avuto otto conferme di positività in pazienti che abbiamo ricoverati per i gravi sintomi della West Nile nelle nostre strutture».


I sintomi

I pazienti che finora sono arrivati in ospedale a Padova accusano «malessere spesso diffuso – ha aggiunto Dal Ben – con i tipici sintomi di una forte influenza, talvolta con abbinati anche fenomeni neologici». Un fenomeno che il dirigente invita a non sottovalutare, visto che a favorirne la diffusione sono anche le condizioni meteorologiche, con la perdurante siccità. L’emergenza Covid pare aver del tutto lasciato posto a quella della West Nile, almeno qui a Padova: «Nel reparto di malattie infettive eravamo molto concentrati sul Covid – ha spiegato la direttrice dell’unità complessa per malattie infettive dell’Azienda ospedaliera, Anna Maria Cattelan – ma in questi giorni la West Nile ha soppiantato per presenze il virus precedente, impegnando ora molte energie del nostro reparto. Attualmente non c’è una terapia d’elezione, curiamo i sintomi e nel caso di meningiti e meningoencefaliti si interviene con farmaci ad hoc per contenere gli effetti sul sistema nervoso centrale». L’avvertimento di Cattelan è di non sottovalutare i sintomi appena si presentano e rivolgersi al più presto a una struttura ospedaliera: «È bene non procrastinare l’arrivo in ospedale nel caso si abbia importante febbre con cefalea, nausea, vomito o stato confusionale».


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