Iran, i media sull’accoltellamento di Salman Rushdie: «Speriamo che tiri le cuoia»

Lo scrittore in condizioni critiche viene definito un traditore del proprio credo dai media di Teheran

«Anche se finora non c’è nessuna notizia sulla sua morte ci auguriamo che tiri le cuoia e con la morte di questo autore satanico il cuore ferito dei musulmani possa guarire dopo tutti questi anni». Questo è quello che si legge in un editoriale su Salman Rushdie pubblicato dall’agenzia stampa iraniana Fars. In queste ore in molti hanno espresso preoccupazione per le condizioni di salute dello scrittore, accoltellato ieri sera prima di una sua conferenza. Voci fuori dal coro, invece, sono quelle che provengono dall’Iran. Nel 1989, Ruhollah Khomeini, l’allora ayatollah (supremo leader) del Paese lo aveva condannato a morte per aver pubblicato un libro che i musulmani più radicali ritengono blasfema. Parole di elogio per l’attentatore sono state spese dal quotidiano iraniano ultraconservatore Kayhan, che ha definito «coraggioso», Hadi Matar, il 24enne del New Jersey che ha accoltellato Rushdie, che ha origini indiane.


«Diciamo bravo a questo uomo coraggioso e consapevole del suo dovere che ha attaccato il depravato apostata [come si definisce chi abbandona il proprio credo religioso, ndr] Salman Rushdie a New York. Baciamo le mani di colui che ha strappato il collo del nemico di Dio con un coltello» si legge sul giornale il cui direttore, Hossein Shariatmadari, è ritenuto vicino all’attuale ayatollah Ali Khamenei. «Non verserò lacrime per uno scrittore che ha blaterato infinito odio e disprezzo per i musulmani e l’Islam. Una pedina dell’Impero che si presenta come romanziere post coloniale» ha scritto su Twitter Seyed Mohammad Marandi, consigliere iraniano nel negoziato sul rilancio del nucleare in corso a Vienna..


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