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Lo scrittore Salman Rushdie è stato accoltellato sul palco durante un evento nello Stato di New York – I video

12 Agosto 2022 - 17:39 Maria Pia Mazza
Lo scrittore è ricoverato in ospedale a Erie, in Pennsylvania, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico dopo essere stato colpito con un'arma da taglio al collo e all'addome

Lo scrittore Salman Rushdie, classe 1947, è stato accoltellato nella città di Chautauqua, nello stato di New York prima di una conferenza. Secondo quanto riferito dalla polizia, Rushdie sarebbe stato colpito al collo e al torace con un’arma da taglio, ed è stato subito trasportato in ospedale in elicottero a Erie, in Pennsylvania. Non sono state ancora diffuse informazioni riguardo le sue condizioni di salute. Il presunto aggressore è stato fermato dalla polizia: si tratterebbe di Hadi Matar, un 24enne originario del New Jersey. Non è ancora chiaro quale sia stato il movente dell’aggressione contro lo scrittore. Rushdie si trovava sul palco del Chautauqua Institution, quando il suo aggressore si è alzato dalla platea e si è avventato sullo scrittore e ha cominciato a prenderlo a pugni e a colpirlo con un’arma da taglio.

Erin Rowley, che ha twittato che suo padre e suo cognato erano presenti all’evento e hanno assistito all’attacco, ha riferito a The Daily Beast: «Mio padre ha detto che l’aggressore era un uomo vestito con abiti scuri e con una maschera nera addosso: lo ha pugnalato almeno due volte». Secondo quanto dichiarato dalla governatrice di New York, Kathy Hochul, «è stato un agente di polizia che si è alzato in piedi» a salvare la vita a Rushdie, proteggendo «lui e il moderatore della conferenza». L’intervistatore ha riportato un lieve trauma cranico. Dalla fine degli anni ’80 Rushdie è stato attaccato dal governo iraniano che lo ha accusato di blasfemia per il suo libro I versetti satanici. Nel 1989 l’ayatollah Ruhollah Khomeini aveva emesso una fatwa chiedendo la morte dello scrittore.

I versetti satanici e la fatwa contro Rushdie

I versetti satanici, pubblicato il 26 settembre 1988 dalla casa editrice inglese Viking Penguin, è stato subito bandito in India, Paese d’origine dell’autore, nonché in Iran. Lo scrittore Salman Rushdie è ricoverato in ospedale a Erie, in Pennsylvania, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico dopo essere stato colpito con un’arma da taglio. Secondo quanto riferito dalla polizia, lo scrittore è stato colpito almeno una volta al collo e una volta all’addome, perché considerato blasfemo da molti musulmani. A 10 giorni dalla pubblicazione del romanzo, arrivarono le prime minacce telefoniche di morte contro Rushdie e contro la sua famiglia, che si protrassero per mesi, anche contro la casa editrice che pubblicò il romanzo. La svolta arrivò il 14 febbraio 1989, giorno di San Valentino, quando l’ayatollah Khomeini lanciò una fatwa contro lo scrittore, offrendo una ricompensa da 3,4 milioni di dollari a chi lo avesse ucciso. All’appello di Khomeini ha subito fatto seguito un’ondata di roghi del libro sia in Gran Bretagna sia nel mondo, innescando disordini che hanno portato alla morte di 60 persone e a centinaia di feriti.

Dopo il lancio della fatwa, Rushdie è stato messo sotto scorta, dovette crearsi una nuova e falsa identità, con il nome di “Joe“. Gli stessi membri della scorta non erano a conoscenza della vera identità dello scrittore. Rushdie, per quasi un decennio, è stato costretto a ritirarsi dalla vita pubblica e vivere in diverse località segrete. Una parentesi di vita che ha raccontato nel suo libro di memorie del 2012, Joseph Anton (combinazione dei nomi dei suoi scrittori preferiti Conrad e Cechov). Nel 2016, una fondazione religiosa iraniana ha aumentato di 600 mila dollari la taglia su Rushdie, facendola passare da 2,8 a 3,4 milioni di dollari. L’ayatollah Khamenei ha rinnovato la fatwa contro lo scrittore nel 2017 e nel 2019, su Twitter: «Il verdetto su Salman Rushdie è solido e irrevocabile». Per questo tweet, che violava la policy di Twitter, l’account del leader politico e religioso dell’Iran venne sospeso.

Gli attentati contro i traduttori de I versetti satanici

Dopo il lancio della fatwa, sono stati presi di mira e anche i traduttori del romanzo di Rushdie. Nel 1991, in Giappone, Hitoshi Igarashi, traduttore del libro, è stato pugnalato a morte nel campus dove insegnava letteratura. Sempre nello stesso anno, il traduttore dell’edizione italiana de I versetti satanici, Ettore Capriolo, è stato accoltellato nel suo appartamento di Milano. Nel 1993, in Norvegia, William Nygaard, editore che ha pubblicato il romanzo di Rushdie, è stato vittima di un attacco nella sua abitazione, dove è stato colpito da tre colpi di arma da fuoco. Inizialmente dato per morto, è riuscito a sopravvivere all’aggressione. Sempre nel 1993, in Turchia, Aziz Nesin, traduttore del romanzo, è stato coinvolto in un incendio doloso appiccato al Madımak hotel, in cui sono morte 37 persone.

Stephen King: «Spero che Rushdie stia bene»

Dopo la diffusione della notizia, lo scrittore e sceneggiatore statunitense Stephen King, su Twitter, ha scritto: «Spero che Rushdie stia bene». Dopo la pubblicazione de I versetti satanici, l’autore statunitense pose una sorta di veto nei confronti di Rushdie, chiedendo che i suoi libri non venissero più venduti nelle librerie che avevano intenzione di porre sui propri scaffali il romanzo di Rushdie.

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