È nata polemica intorno alla visita di Matteo Salvini in Valle d’Aosta lo scorso 7 agosto, durante la quale il leader della Lega è salito in funivia sul Monte Bianco, fino ai 3.462 metri di Punta Helbronner, sfoggiando la giacca giallo brillante della Società delle Guide Alpine di Courmayeur. Il giubbotto di Salvini, indossato anche durante un’intervista alla Rai, non è piaciuto ad alcune delle guide. All’interno dell’organizzazione, infatti, si discute da dieci giorni sulla tenuta del leader della Lega e oggi tre membri hanno rotto il silenzio. Sergio Favre, Alessandro Bellini e Massimiliano Gianchini «deplorano l’uso della divisa delle guide per le foto di Matteo Salvini» e riferiscono di aver chiesto a gran voce un chiarimento alla società riguardo i fatti. Non si è fatta attendere la replica. La giacca indossata da Salvini appartiene al presidente dell’organizzazione: Alex Campedelli, che si discosta dalla versione dei tre dissidenti. Parlando del capo d’abbigliamento al centro della questione, Campedelli spiega che il segretario della Lega «ne era sprovvisto, così ho aperto lo zaino e gli ho dato la mia, come avrei fatto con chiunque».
La giacca è stata usata per fare campagna elettorale?
Dal loro canto, Bellini, Favre e Gianchini «si dicono consapevoli del fatto che qualsiasi guida avrebbe prestato la propria divisa ad un cliente che imprudentemente si fosse recato a 3.400 metri di quota senza un capo adeguato, ma non accettano l’uso a fini mediatici elettorali di tale gesto». I tre, con buona probabilità, si riferiscono al fatto che non sia la prima volta che Salvini indossa i capi di varie categorie di lavoratori. Numerose foto in cui il leader della Lega indossa la giacca sono state pubblicate anche sulla pagina Facebook della Lega. I dissidenti, inoltre, si dicono contrari all’iniziativa di «accompagnare, in piena campagna elettorale, i rappresentanti di un partito politico in una visita alla Skyway». Anche in questo caso Campedelli si difende: «la richiesta alle guide locali di accompagnare Matteo Salvini è arrivata dal presidente dell’Unione valdostana guide di alta montagna [Ezio Marlier, ndr], non è stata una mia iniziativa».
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