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Liste Pd, Provenzano respinge le accuse: «Non sono scelte anti-Renzi». I candidati under 35 puntano su «lavoro e ambiente»

17 Agosto 2022 - 06:50 Redazione
Renzi ha definito quella di Enrico Letta una gestione "rancorosa", ma i dem non ci stanno. La 31enne Cerroni: «Focus su stage, transizione ecologica e istruzione»

Un’accusa «ridicola». In un’intervista al Corriere della Sera, il vicesegretario del Partito Democratico ed ex ministro Giuseppe Provenzano ha definito così la lettura anti-renziana delle scelte dei nomi per le liste dem. «La stagione di Renzi nel Pd è superata da tempo, le sue liste elettorali furono un Armageddon contro chiunque non la pensasse come lui», ha detto. «Ma stavolta non è andata così». A puntare il dito contro il presunto «rancore» di Enrico Letta era stato lo stesso Matteo Renzi, che a seguito dell’annuncio dei nomi aveva commentato: «Mi pare che la guida del Pd di Letta si sia caratterizzata più dal rancore personale che dalla volontà di vincere». L’elenco dei candidati è stato chiuso nella notte di Ferragosto e le scelte annunciate da Letta hanno provocato scontenti e liti tra gli esclusi del partito. Il segretario dem ha motivato i tagli appellandosi alla legge elettorale e al taglio di parlamentari, e anche Provenzano gli fa eco: «Siamo stati gli unici, in questi mesi, a richiamare tutte le forze politiche sull’urgenza di un nuovo sistema elettorale, che garantisse maggiore rappresentanza», ha detto al Corriere.

Accanto alle polemiche, i riflettori in casa dem sono puntati sulla scelta di Letta di includere tra i candidati anche nomi under 35: Rachele Scarpa, Caterina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino. In un’intervista a Repubblica, Cerroni, 31 anni, ha dichiarato che i temi cardine della campagna elettorale saranno tre: lavoro, ambiente e istruzione. «Puntiamo sulla lotta alla precarietà giovanile, con riforme dello stage e dell’apprendistato e la questione del salario minimo da affrontare. Sulla tutela ambientale e transizione ecologica. E scuola e università da riportare al centro dell’agenda dopo il Covid».

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