Forza Italia, Berlusconi rivendica l’eredità del governo Draghi. E promette: «Noi europeisti e anti populisti»

In un’intervista a Il Foglio, l’ex presidente del Consiglio marca le differenze tra Fi, Fratelli d’Italia e Lega. E critica il sovranismo: «Niente a che vedere con noi»

Contro il populismo e per l’europeismo. Così Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, prova a riposizionare il suo partito all’interno di un’alleanza di centrodestra che ha contribuito a far cadere il governo di Mario Draghi e che ha una recente eredità politica anti Ue. Per l’ex premier, un elettore di centrodestra dovrebbe votare Fi piuttosto che Lega e Fratelli d’Italia perché la sua «vocazione europeista e atlantica, che è un garanzia per i paesi amici e alleati». In un’intervista a Il Foglio, Berlusconi parla per rivendicare l’appartenenza passata al governo Draghi (e provare a non lasciarne l’eredità alla sinistra o al Terzo polo), indicando nel Movimento 5 Stelle l’unico responsabile della crisi. Come il M5s, anche il partito di Berlusconi non ha votato la risoluzione per la fiducia in Senato all’esecutivo lo scorso mese, ma oggi dice: «Avrei preferito che in un momento così delicato il governo continuasse a lavorare fino alla fine naturale della legislatura. E’ il comportamento irresponsabile dei Cinque stelle che lo ha reso impossibile».


Per guadagnare consensi nell’area di centro, Berlusconi punta sulla rivendicazione dei traguardi raggiunti dal governo uscente: «Molti indicatori economici sono migliorati, negli ultimi mesi. Il governo di unità nazionale ha saputo, anche grazie alle sollecitazioni di Forza Italia, dare attuazione al Pnrr e fare ripartire il paese dopo la gravissima crisi legata alla pandemia». Per quanto riguarda il presidente del Consiglio, Berlusconi dice: «Non posso che essere favorevole al fatto che continui a svolgere un ruolo importante per l’Italia, anche dopo le elezioni».


«Il sovranismo non fa parte della nostra storia»

Dietro a una possibile vittoria della coalizione di centrodestra si cela l’ombra del sovranismo e dell’anti-europeismo. Su questo, Berlusconi marca una differenza con i suoi alleati facendosi garante della vocazione europea: «Il nostro centrodestra non ha nulla a che vedere con le componenti di estrema destra che esistono in altri Paesi, mentre in Italia sono fortunatamente ininfluenti perché esiste una grande destra democratica. La nostra presenza è garanzia della vocazione democratica, europeista e atlantista della coalizione. Se così non fosse non potremmo farne parte».

«Cingolani potrebbe restare»

Berlusconi si è detto poi d’accordo con Matteo Salvini nell’ipotesi che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani resti al suo posto: «Potrebbe essere una buona idea. Nel nostro governo dovranno essere presenti figure di alto profilo, anche prese fuori dai partiti, perché avremo bisogno del meglio che l’Italia possa offrire».

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