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Elezioni, Urso (Copasir) sulle ingerenze di Mosca: «Da Medvedev una carnevalata, ma il problema è reale»

20 Agosto 2022 - 07:29 Redazione
Il senatore di FdI sull'ex presidente russo: «Magari il problema fosse solo lui. Quello che dice è talmente grottesco da ottenere l’effetto contrario»

Adolfo Urso definisce quella di Dmitry Medvedev una «carnevalata», ma invita a tutelarsi dalle ingerenze. Il presidente del Copasir, senatore di Fratelli d’Italia, intervistato dal Corriere della Sera spiega: «Magari il problema fosse solo lui. Quello che dice, per come lo dice, ogni volta che lo dice, è talmente grottesco da ottenere l’effetto contrario». Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale nonché ex presidente russo aveva detto: «Vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità». «Al di là della carnevalata di Medvedev», dice Urso, il problema delle ingerenze sul voto «è reale. E non solo ora che si vota, ma da almeno 10 anni».

La Russia e la Cina, dice il presidente del Copasir, «sono regimi autoritari che in maniera pervasiva agiscono da tempo attraverso propaganda, fake news, sistemi di spionaggio: Mosca si muove soprattutto attraverso le ambasciate e la guerra ibrida cibernetica, Pechino più con la potenza imprenditoriale, con gli istituti di cultura». Entrambe, dice Urso, «ricorrono al cosiddetto elite capture, ovvero il reclutamento in grandi imprese di ex premier spesso o leader di Paesi occidentali, con incarichi di prestigio molto remunerati». Secondo il presidente del Copasir, «regimi come Russia e Cina non aspettano altro che poter dire che le democrazie non funzionano più, che i voti non servono a niente, che le opinioni pubbliche sono spaccate, che non ci sono più valori comuni, che nemmeno si riesce più a esprimere governi». Per loro, prosegue, «è un regalo poter dire che i loro sistemi illiberali sono funzionali alla modernità e le nostre democrazie no. Non offriamo loro il fianco delegittimandoci a vicenda, demonizzandoci: non aspettano altro».

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