Conferenza sulla Crimea, Erdogan: «Mosca la restituisca all’Ucraina». Draghi: «L’Italia continuerà a sostenere Kiev»

Alla conferenza sono intervenuti i principali leader occidentali per ribadire l’unanime sostegno a Kiev contro l’invasione russa

«La restituzione della Crimea all’Ucraina, di cui è una parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale». È il contenuto del videomessaggio indirizzato ai partecipanti al Summit della Piattaforma di Crimea dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Lo riporta l’agenzia di stampa Anadolu, sottolineando l’importanza, per la sicurezza regionale e globale, della «protezione dell’integrità territoriale, della sovranità e dell’unità politica dell’Ucraina».


Parole, quelle del presidente turco, pienamente in linea con quelle espresse dal folto consesso di leader occidentali intervenuti in queste ore alla conferenza. A cominciare dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, per il quale «L’inverno si avvicina e sarà duro, ci troviamo davanti a una guerra di attrito dove sarà chiave la forza di volontà e la logistica: dobbiamo sostenere l’Ucraina perché un’Ucraina forte e sovrana è garanzia di sicurezza per l’Alleanza Atlantica». Putin, «si è sbagliato», secondo Stoltenberg, a pensare «di poter abbattere l’Ucraina e le sue forze armate, dividendo la comunità internazionale. L’Ucraina ha sofferto sei mesi di dura guerra, ma ha resistito all’aggressione, riconquistato territori e imposto seri costi alla Russia», ha aggiunto.


La condanna dei leader europei

Riflessioni in linea con quelle dei grandi leader europei intervenuti alla conferenza, a cominciare dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha duramente condannato «i tentativi di Mosca d’integrare con la forza parti del territorio ucraino». Ed è stato categorico circa possibili nuove avances russe sulla Crimea, come il referendum del 16 marzo 2014 – definito illegale da Onu, Unione europea, Consiglio d’Europa, Stati Uniti ed Ocse – che sancì l’annessione della penisola da parte della Federazione russa. «Il nostro messaggio è chiaro», ha detto Scholz: «Qualsiasi falso referendum o altro tentativo» di modificare «lo status di parti del territorio ucraino non sarà mai riconosciuto e tali misure precludono qualsiasi approccio negoziale».

Un’occupazione che l’Europa di allora definì all’unanimità illegale e che tale continua a essere anche oggi agli occhi di Mario Draghi, severissimo nel condannare «gli attacchi brutali della Russia contro i civili disarmati. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina», ha detto il premier. «Siamo con voi nella vostra lotta per resistere all’invasione, per ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina, per proteggere la vostra democrazia e la vostra indipendenza».

L’eco delle sue parole risuona in quelle, ugualmente dure, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «L’Ue non riconoscerà mai l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia. Lavoriamo instancabilmente con l’Ucraina per denunciare le violazioni dei diritti umani, assicurare alla giustizia i responsabili e sostenere le vittime», ha ribadito la leader tedesca. «La Crimea non solo è stata usata come una base militare, ma anche come test per per altre brutali annessioni di parte del territorio ucraino», ha poi ricordato, promettendo che «l’Ue sarà al fianco dell’Ucraina per il tempo che ci vorrà e il nostro desiderio di vederla membro dell’Ue non è mai stato così forte».

Leggi anche: