Rigassificatore a Piombino: quali sono i partiti che lo vogliono davvero?

Nelle scorse settimane, a livello locale quasi tutti i partiti si erano schierati contro il rigassificatore, mentre a livello nazionale in pochi avevano preso posizione

Il 26 agosto, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha scritto su Twitter che il suo partito e Azione, con cui è alleato, sono gli «unici» a dire di sì all’immediata installazione di una nave rigassificatrice a Piombino, in Toscana, per aumentare le importazioni di gas naturale liquido. Nelle scorse settimane, a livello locale quasi tutti i partiti si erano schierati contro il rigassificatore, mentre a livello nazionale in pochi avevano preso posizione. E adesso, la dichiarazione di Renzi è corretta oppure no? Per rispondere a questa domanda, abbiamo verificato i programmi dei principali partiti e le dichiarazioni dei politici.

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 26 agosto 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.

La posizione di Azione e Italia Viva

Partiamo da Azione e Italia Viva. Per ridurre la dipendenza italiana dal gas importato dalla Russia, nel loro programma si sostiene la necessità di costruire «due rigassificatori galleggianti che consentano l’importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo». Oltre a Renzi, nelle ultime settimane il leader di Azione Carlo Calenda ha più volte difeso la necessità di installare il rigassificatore a Piombino, suggerendo anche la possibilità di militarizzare l’area.

Le posizioni nel centrosinistra

Nella coalizione di centrosinistra le posizioni sono meno nette. Nel programma del Partito democratico si legge che il ricorso ai rigassificatori – senza nominare esplicitamente quello di Piombino – «appare necessario», specificando che devono costituire «soluzioni-ponte, rimanendo attivi pochi anni, potendo essere smobilitati ben prima del 2050, per non interrompere la prospettiva della transizione ecologica». Inoltre, secondo il Pd, i territori dove saranno installati i rigassificatori «dovranno inoltre essere coinvolti nelle decisioni e adeguatamente compensati per l’impatto economico e sociale attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc».

Di recente, nel dibattito sul rigassificatore di Piombino è intervenuto il deputato livornese del Pd Andrea Romano, candidato proprio nel collegio di Livorno e Piombino. Il 24 agosto, Romano ha scritto su Facebook che il rigassificatore di Piombino è «un tema da affrontare con serietà e rispetto dei cittadini, senza estremismi inutili». Per Romano, tra «chi pensa che Piombino debba essere “militarizzata” per installare il rigassificatore» e chi «si limita a dire no senza indicare alternative», la strada giusta è quella di «introdurre una valutazione di impatto ambientale accelerata» per «dare risposte ai cittadini in poche settimane».

Romano ha poi chiesto, nel caso in cui sia accertata l’assenza di rischi per la salute, l’introduzione di un «“decreto Piombino” per organizzare e completare la ripartenza economica del territorio». Per il deputato del Pd queste sono «condizioni indispensabili all’eventuale installazione in banchina (e per soli tre anni) di una nave rigassificatrice che contribuisca a far uscire l’Italia dalla crisi energetica che affligge il nostro Paese».

Hanno posizioni diverse tra loro, invece, i due alleati del Partito democratico: +Europa e l’alleanza tra Sinistra italiana ed Europa verde. Il 25 agosto, il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni si è unito alla proposta di Romano, mentre nel programma elettorale dell’alleanza si suggerisce di «sfruttare tutte le infrastrutture gas esistenti – stoccaggi, gasdotti e rigassificatori – per compensare possibili contrazioni o stop del gas russo prima di considerare nuove infrastrutture gas». Il 20 agosto, ospite a Coffee Break su La7, la co-portavoce di Europa verde Eleonora Evi ha invece ribadito l’opposizione del suo partito al rigassificatore a Piombino, dal momento che «non sono necessarie nuove infrastrutture legate alle fonti fossili».

+Europa è esplicitamente a favore dell’uso dei rigassificatori. Nel suo programma propone «la riduzione dei tempi di autorizzazione per le infrastrutture energetiche di interesse nazionale, inclusi gli impianti di rigassificazione necessari per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas e superare la concentrazione delle forniture frutto delle scelte passate». Il programma del partito guidato da Emma Bonino ribadisce inoltre l’esigenza di «realizzare impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile».

Le posizioni nel centrodestra

Il programma della coalizione di centrodestra, formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati, non menziona i rigassificatori. Fratelli d’Italia ha una voce di primo piano in questa vicenda dal momento che il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, fa parte del partito guidato da Giorgia Meloni. Da tempo Ferrari è uno dei maggiori oppositori del rigassificatore a Piombino. Il 26 agosto, in un’intervista con la Repubblica, Ferrari ha dichiarato che ha ricevuto «rassicurazioni» dai vertici del suo partito, secondo cui Fratelli d’Italia è in generale a favore dei rigassificatori ma ritiene la scelta di Piombino  «assolutamente sbagliata». Il giorno prima, ospite a L’aria che tira su La7, il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa aveva invece dichiarato il «sì» del suo partito al rigassificatore, per poi fare una parziale marcia indietro

La Lega di Matteo Salvini è stato l’unico dei quattro partiti di centrodestra a depositare un programma elettorale più articolato rispetto a quello della coalizione. Il testo menziona esplicitamente la necessità di installare un nuovo rigassificatore a Piombino e di proseguire con le politiche adottate dal governo Draghi. A parole, Salvini è stato però più sfumato. Il 30 luglio, per esempio, il leader della Lega aveva dichiarato, a proposito del rigassificatore di Piombino, di non avere le competenze tecniche necessarie per poter dire se «sia più giusto costruirlo lì o là, ma sicuramente serve». «Noi siamo per i sì: i no hanno bloccato questo Paese», aveva aggiunto Salvini.

In Forza Italia, negli ultimi giorni il leader Silvio Berlusconi ha più volte ribadito la necessità di realizzare i rigassificatori, senza citare però esplicitamente quello di Piombino. «Quando saremo al governo faremo partire immediatamente i rigassificatori, i termovalorizzatori, gli impianti per le energie rinnovabili, la ricerca per il nucleare pulito senza i quali non ci sarà un futuro sostenibile», ha scritto il 21 agosto Berlusconi su Facebook. 

Infine, nel centrodestra è chiara la posizione di Noi moderati, la lista elettorale che raggruppa al suo interno quattro partiti: Noi con l’Italia, Coraggio Italia, Italia al centro e l’Unione di centro. Il 26 agosto, proprio in risposta alle parole di Renzi, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, leader di Italia al centro, ha scritto su Twitter: «C’è chi dice: siamo gli unici favorevoli al rigassificatore di Piombino. Falso! Io sono favorevole e Noi moderati siamo favorevoli a ogni rigassificatore».

La posizione del Movimento 5 stelle

Infine, sul fronte del Movimento 5 stelle, il programma del partito guidato da Giuseppe Conte non contiene nessun riferimento al rigassificatore di Piombino. Vari rappresentanti locali del Movimento 5 stelle hanno comunque manifestato la loro contrarietà al rigassificatore, mentre non sembrano esserci state in questi giorni prese di posizione da parte di esponenti di primo piano. Curiosità: secondo la consigliera regionale in Toscana Silvia Noferi, il rigassificatore di Piombino rischierebbe di diventare «un obiettivo sensibile in caso di attacco militare da parte della Russia».

Credits foto copertina: Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale

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