Cagliari, scontri al comizio di Meloni. E un ragazzo sale sul palco con la bandiera arcobaleno – Il video

La presidente di FdI è stata contestata al grido di «siamo tutti antifascisti» e «fuori l’Italia dalla Sardegna»

Un comizio elettorale movimentato quello di oggi 1 settembre a Cagliari di Giorgia Meloni. Appena salita sul palco in piazza del Carmine, la leader è stata raggiunta da un giovane che, bandiera arcobaleno alla mano, le ha chiesto di garantire i diritti delle persone Lgbtq+, in particolare il diritto al matrimonio. La leader di Fratelli d’Italia, allontanando i suoi collaboratori che volevano far scendere dal palco il ragazzo, ha raccolto la provocazione: «Hai già le unioni civili, quindi puoi fare quello che vuoi. Tu vuoi delle cose, io voglio il diritto di pensarla in maniera diversa. È la democrazia. Si può non essere d’accordo e io e te non siamo d’accordo. E ci rispettiamo». Poi ha esortato il pubblico ad applaudire il giovane, dicendo di rispettare «il coraggio delle persone che rivendicano quello in cui credono». Ma le contestazioni non si sono fermate. Nel lato più lontano del palco, nel corso del comizio sono scoppiati disordini tra la polizia e alcuni gruppi di indipendentisti sardi, che hanno contestato la leader di Fratelli d’Italia al grido di «siamo tutti antifascisti» e «fuori l’Italia dalla Sardegna». Due manifestanti sono stati poi portati in questura.


Le dichiarazioni di Meloni

In un lungo intervento, scandito anche da applausi e cori di sostegno, Meloni ha sfoggiato ancora una volta il suo profilo più istituzionale. Ripercorrendo i temi più urgenti, dal lavoro, alla scuola, fino all’immigrazione, ha assicurato: «Nei 15 mesi del governo Draghi il debito pubblico è aumentato, l’Italia è fanalino di coda in molte classifiche. Non verrò a dire che faremo miracoli, ma faremo quello che stiamo promettendo». Sul lavoro, la leader di Fratelli d’Italia è tornata a scagliarsi contro il reddito di cittadinanza: «È una misura culturalmente sbagliata, vuol dire ai ragazzi di stare a casa. E invece abbiamo bisogno dei giovani. Le stesse risorse vanno messe sulle assunzioni. Il lavoro non si crea per decreto. Non bisogna mettere i bastoni tra le ruote delle aziende», ha detto Meloni, allineandosi però alla strategia del governo sulla crisi energetica.


«L’Europa è stata miope e siamo messi così. Cosa si può fare per tagliare le bollette? È semplice, lo Stato non deve guadagnare sull’extra gettito che deve tagliare. La seconda cosa – ha aggiunto – è scollegare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, oltre a tagliare la nostra dipendenza e produrre energia. Il gas ce lo abbiamo nell’Adriatico, lo estrae la Croazia ma il mare è lo stesso». Anche a margine del comizio, rispondendo alla domanda di una cronista, ha ribadito: «Sono d’accordissimo sul price cap: abbiamo garantito al governo il massimo sostegno in una battaglia che consideriamo fondamentale. Nelle ultime ore sono diventata un po’ più ottimista rispetto ai giorni scorsi. Faremo quello che possiamo per dare una mano all’Italia in questo senso».

I toni si sono scaldati sul tema immigrazione. «Evasione delle tasse da parte degli extracomunitari? Fanno finta di non vederla. Intanto le aziende chiudono». E ancora: «Ritengo che immigrazione e diritto d’asilo siano due cose diverse. La protezione va data a chi scappa dalla guerra perché altrimenti si penalizza davvero chi è scappato dalla guerra. Se devi fare entrare qualcuno in Italia, lo devi fare garantendogli una vita dignitosa. Altrimenti abbiamo poi le strade piene di prostituzione e spaccio».

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