Brescia, resta in carcere il meccanico arrestato per l’omicidio di un 40enne trovato carbonizzato. Il gip: «Il suo un piano crudele e violento»

Quel giorno aveva lasciato a casa due dipendenti e chiesto alla madre e al figlio di mentire ai carabinieri. Dietro il delitto ci sarebbe stato un debito di 30mila euro che l’indagato non riusciva a saldare

Durante l’interrogatorio davanti al gip di Brescia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 53enne Davide Cristiano Mossali, meccanico d’auto di Palazzolo (Brescia) ha lasciato solo una dichiarazione spontanea con cui ha negato ogni accusa. Secondo il giudice Matteo Grimaldi, è stato lui a uccidere una settimana fa il 40enne kosovaro Nexhat Rama. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato nel bagagliaio di un’auto a Cologne. Nell’ordinanza di convalida dell’arresto, si legge come Mossali abbia rivelato una personalità che «denota un assoluto disprezzo per l’integrità fisica e la vita dei terzi e una totale incapacità di tenere a freno i propri istinti violenti e aggressivi». Non solo, stando alle indagini il meccanico «si è dimostrato persona in grado di pianificare nei minimi dettagli un delitto di elevata gravità del tipo di quello concretamente commesso, pronto ad agire in prima persona uccidendo e agendo in modo crudele».


Dietro l’omicidio, si sarebbe stato un debito di 30 mila euro che il meccanico non riusciva a saldare. Per questo motivo Rama lo pressava di continuo «con richieste di restituzione, forse di natura estorsiva o usuraria», scrive il gip. Al punto che era arrivato anche a coinvolgere il figlio di Mossali: «Iniziativa che aveva destabilizzato l’indagato». Era lunedì 29 agosto. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Rama sarebbe stato ucciso nell’officina nel Bresciano di Mossali. Quel giorno, aveva lasciato a casa i due dipendenti e, come raccontato dal figlio, aveva chiesto alla sua famiglia di dire ai carabinieri che aveva pranzato con loro, di formattare le telecamere dentro e fuori il locale e alla moglie di pulire il pavimento dell’officina. Rama è stato aggredito da dietro dal suo assassino, «che ha esploso quantomeno un colpo di arma da fuoco colpendolo alla testa». Dopodiché ha caricato il corpo nell’auto della vittima, portandola in campagna dove poi le ha dato fuoco. Con il corpo di Rama al suo interno.


Leggi anche: