Il leghista Volpi lascia e attacca: «Dal partito ammiccamenti ai No vax, perché ambigui sull’Ucraina?»

Ex presidente del Copasir, non è stato ricandidato

Raffaele Volpi, già presidente del Copasir ed ex sottosegretario alla Difesa, annuncia l’addio alla Lega «dopo trent’anni». Lo fa in un’intervista rilasciata al Foglio in cui dice che ha scelto di farlo ora «perché voglio togliere qualsiasi equivoco su mie eventuali aspettative derivanti dal voto del 25 settembre». Rimasto fuori dalle liste della Lega, Volpi spiega: «La mia è una decisione sofferta ma che deriva da un disagio, che peraltro so non solo mio, che da un po’ provo ma che per lealtà e rispetto per la comunità che mi ha accompagnato per tanti anni non ho fino ad ora espresso». Il disagio risale, in particolare, alla fase del lockdown: «Da bresciano ho vissuto il Covid nel suo epicentro. perdendo anche alcuni amici. Ho sostenuto i provvedimenti difficili e a volte impopolari ma che ho ritenuto utili per arginare il virus. Proprio in quel frangente non ho potuto apprezzare le posizioni, a volte opache, del mio partito, che non ha mai voluto arginare alcune voci interne, minoritarie ma rumorose, che ammiccavano a No vax e negazionisti fino al punto di partecipare alle loro manifestazioni». Ma Volpi ha provato disagio anche in occasione della guerra tra Russia e Ucraina: «Io non posso che confermare la mia convinta visione atlantista. Una visione che non si limita, come pensa qualcuno, all’acronimo Nato, ma investe una ampia condivisione di valori che sono l’essenza stessa dello spirito dell’Occidente e che non possono essere negoziabili. Sulla feroce aggressione della Russia all’Ucraina non ho quindi potuto apprezzare certe ambiguità e certi distinguo, a partire da quelli sugli aiuti militari da inviare a Kiev. Tentennamenti incomprensibili, essendo convinto che lì vi sia una frontiera di valori, di libertà e di legalità che vada difesa».


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