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La caccia ai partiti che hanno ricevuto soldi dalla Russia: l’ex ambasciatore Usa accusa FdI, Lega e Forza Italia

14 Settembre 2022 - 06:09 Alessandro D’Amato
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Washington non svela a Roma l'identità dei politici che avrebbero ricevuto i fondi. Volker: «Niente prove personali, ma l'assistenza c'è stata»

Il governo Draghi è a conoscenza del report d’intelligence che sostiene che la Russia ha trasferito 300 milioni di dollari ad alcuni partiti di oltre 20 paesi a partire dal 2014. Di più: Roma ha chiesto a Washington di sapere se nel dossier c’è anche l’Italia. E l’identità dei politici che avrebbero ricevuto fondi. Ma gli Stati Uniti hanno fornito risposte generiche ed evasive. Perché l’operazione sarebbe ancora in corso. E perché è più probabile che i nomi escano da fonti ufficiali o media americani. Visto che in questo modo gli Usa eviterebbero all’esecutivo di scegliere se intervenire o meno durante la campagna elettorale. Intanto l’ex ambasciatore Usa alla Nato Kurt Volker sostiene che anche Fratelli d’Italia ha ricevuto aiuto da Mosca. Come Forza Italia e Lega.

Le ombre russe sul voto italiano

Con ordine. Secondo l’intelligence Usa i paesi coinvolti nelle “sponsorizzazioni” di Vladimir Putin si trovano in Asia del Sud, Africa ed Europa. Secondo i funzionari si tratta di un tentativo di manipolare il funzionamento delle democrazie dall’interno. Una fonte dell’amministrazione statunitense dice a La Stampa che la preoccupazione di Washington è che si venga a creare una divisione tra i governi che sostengono l’Ucraina e la gente che paga di tasca propria le ripercussioni economiche del conflitto. Da qui la decisione di rendere pubblico il dossier. Per far sapere a chi ha preso i soldi che Oltreoceano si sa tutto. «Stiamo avvertendo questi partiti e candidati stranieri che se accettano denaro russo in segreto, possiamo smascherarli e lo faremo. Putin ha speso larghe somme nel tentativo di manipolare le democrazie dall’interno».

Anche perché nel cablo si sostiene che la Russia ha pianificato di trasferire «almeno altre centinaia di milioni di dollari» per finanziare partiti e funzionari simpatizzanti in tutto il mondo. Il quotidiano spiega anche che nel documento diffuso dall’intelligence non si citano la Lega o i suoi esponenti. Mentre la Repubblica aggiunge che il dossier rivelato dal Washington Post svela che i russi hanno utilizzato think tank e società di comodo per far arrivare i soldi. Il cable nomina gli oligarchi russi coinvolti negli schemi di finanziamento”. Tra questi Yevgeniy Prigozhin e Aleksandr Babakov. Il quotidiano elenca una serie di eventi sui quali si staglia l’ombra di Mosca. Come il referendum per la Brexit in Gran Bretagna. Oppure la vittoria di Trump nelle presidenziali del 2016, dopo il furto delle email personali di Hillary Clinton.

Le accuse dell’ex ambasciatore Usa

E ancora: le presidenziali francesi, fra Macron e Le Pen. i disordini catalani in Spagna; le elezioni tedesche, a favore dell’estrema destra. Fino al referendum costituzionale in Italia, per affondare il progetto di Renzi. E il movimento No Vax in Europa. Ma nell’intervista rilasciata a Paolo Mastrolilli l’ex ambasciatore Usa alla Nato Kurt Volker fa esplicitamente i nomi di FdI, Lega e Forza Italia. «Sapevamo da anni che i russi spendono per influenzare le elezioni in tutto l’Occidente. Cercano di promuovere la divisione nelle nostre società e fra i nostri paesi. Questi 300 milioni non hanno fruttato molto, però hanno migliorato le prospettive di alcuni partiti, come quello di Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia da voi».

Come? «Per promuovere la loro narrativa. A volte i fondi vanno ai partiti in Europa, o anche ai singoli politici, con pagamenti diretti oppure affari conclusi da compagnie russe che beneficiano questi politici, creando in loro un interesse diretto ad aiutare Mosca». L’ambasciatore ammette di non avere prove dirette personali, «ma è un ritornello costante che c’è stata qualche forma di assistenza». E poi cita Lega e FdI: «La Lega è in circolazione da parecchio tempo ed era noto che riflettesse le prospettive russe. FdI è una formazione più recente, anche se erede di altri partiti, ed è cresciuta in maniera straordinaria nell’ultimo anno. Ciò obbliga a porsi domande su quali sono le fonti dei loro finanziamenti, delle posizioni prese e dell’aumento della popolarità».

Berlusconi e Putin

E mentre, riflette l’ambasciatore, il caso Metropol dimostra che ci sono state discussioni riguardo i finanziamenti al Carroccio, ci sono sospetti anche riguardo Forza Italia. «È interessante che Berlusconi non fosse così filo russo, quando aveva fatto il premier la prima e la seconda volta, ma alla terza è completamente cambiato. Ha sviluppato uno stretto rapporto personale con Putin, e forti relazioni di business con la Russia», sostiene Volker. In effetti in un’intervista qualche giorno fa l’attuale compagna del Cav Marta Fascina ha sostenuto che l’ex premier «ha avuto il merito di porre fine alla Guerra Fredda con gli accordi di Pratica di Mare, vero e ineguagliabile miracolo di politica estera targato Berlusconi». Ma è anche vero che l’ultimo governo Berlusconi è caduto nel novembre 2011. Mentre il dossier parte dal 2014.

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